Studenti in Caritas / 3. Miriam e le storie delle persone accolte
Sono una decina i giovani studenti universitari che il mese scorso hanno iniziato l’Anno di Volontariato Sociale nella nostra Caritas. Dopo Sergino, Flo, Sarah e Kelly, conosciamo una ragazza italiana.
Miriam è iscritta al terzo anno di Chimica. Originaria di San Marco in Lamis, nel foggiano, sta imparando ad amare la nostra città. «Ho già svolto due mesi di volontariato a Sonika, in quanto amo la musica e suono la batteria, e recentemente ho partecipato al progetto “Ci sto? Affare fatica!”, dove ho svolto il ruolo di tutor per adolescenti nell’aiutarli a ripulire Parco Massari e a pitturare l’asilo di Porotto». E ora questa esperienza in Caritas. «Ho scelto di fare volontariato per dare un senso ulteriore a questi miei anni universitari, svolgendo azioni positive per gli altri. Attualmente sono impegnata in ufficio per le pratiche riguardanti le donne e i minori che Caritas ospita. Mi piace – continua – immaginare le storie, le vite di questi giovani e dei loro figli quando li incontro al momento del ritiro dei pocket money per la spesa. Ho imparato il linguaggio della burocrazia, prima ad esempio non avevo mai visto un permesso di soggiorno. In ogni caso, la chiave di questo ruolo è il saper ascoltare».
Nell’incontro formativo del 30 giugno scorso, svoltosi a S. Maria in Vado, i giovani presenti sono stati divisi per coppie: ad ognuno di loro è stato chiesto anche di realizzare un simbolo che lo rappresenti: «io ho disegnato una molecola della serotonina», il cosiddetto “ormone del buonumore”: «per fare un servizio come questo in Caritas, ne ho tanto bisogno. E cerco sempre di ricordarmi che ho a che fare con persone, non con numeri».