L’integrazione è una relazione: al via due nuovi progetti Caritas

Pensati per donne e minori stranieri, si svolgeranno nella sede di viale Po a Ferrara

Per sua natura, la costruzione della carità non può non avvenire nell’urgenza del presente e al tempo stesso non può non avere uno sguardo spalancato sul futuro. La nostra Caritas diocesana questo lo sa bene ed è per questo che ha organizzato o collaborato a due importanti progetti rivolti a donne e minori stranieri.

I due corsi si svolgeranno al piano terra dello stabile di viale Po, 8, di proprietà della Caritas, che accoglie già alcune donne straniere con minori e forse in futuro uno studentato. Un edificio, quindi, già dedicato a questa tipologia di accoglienza (prima del periodo Covid si svolgeva un corso di italiano, uno di alfabetizzazione digitale, e attività di libera aggregazione per le donne e i bambini lì accolti) e che ora si anima di nuove e importanti attività.

Progetto “Crescere insieme” 

Il primo dei due progetti, “Crescere insieme”, ideato e portato avanti dalla nostra Caritas diocesana (e reso possibile grazie all’8xmille, al 5×1000 e alla donazione della Fondazione Fornasini), è pensato per favorire lo sviluppo fisiologico del bambino sostenendo il genitore nel suo accudimento. «Dopo un primo mese di rodaggio con le nostre ospiti – ci spiega Marika Belmonte, Assistente sociale Caritas -, nei prossimi mesi lo apriremo a donne con difficoltà economiche interessate. Avendo a che fare con minori ospiti nei nostri appartamenti, nell’ambulatorio e nel nostro Centro di Ascolto, abbiamo notato come molti di loro abbiano problemi e carenze comportamentali, linguistiche, nutrizionali e relazionali, causati soprattutto dalla marginalità socio-economica nella quale vivono. Ciò porta questi minori a rimanere soli nel contesto in cui abitano, tendendo così ad autoisolarsi». 

Obiettivo del progetto è quindi quello di favorire lo sviluppo fisiologico, il benessere psicosociale e l’integrazione del bambino all’interno del contesto dove vive, attraverso il supporto e l’accompagnamento del genitore. Nello specifico, si cercherà di favorire il progressivo sviluppo del linguaggio verbale, l’educazione alimentare e il supporto alla genitorialità.

Come primo passo, verrà fatta una valutazione neuropsichiatra e neuropsicologica del minore e poi, in base ai bisogni, lo si farà seguire da una specifica figura professionale. Infine, saranno previsti due monitoraggi, a 6 mesi e a 1 anno. In questo progetto sono coinvolti, quasi tutti come volontari, una psicologa, un assistente sociale, una pediatra, un’ostetrica, una neuropsichiatra infantile, un logopedista, alcuni educatori e meditatori. Per favorire l’ambito relazionale del minore, saranno previste anche attività ludico-ricreative.

«In genere – continua Belmonte -, queste persone non accedono ai servizi pubblici di questo tipo, o perché non ne sono a conoscenza o perché scelgono di non accedervi. Caritas, invece, è uno dei pochi servizi a cui si rivolgono. La nostra proposta, quindi, intende aiutarli per poi indirizzarli ai servizi pubblici già esistenti». È importante quindi specificare che non si tratta di un’attività ambulatoriale ma solo di consulenza, dunque di affiancamento ai servizi comunali presenti sul territorio.

“Le parole della nascita”

Si intitola invece “Le parole della nascita” il progetto promosso da Comune di Ferrara e Centro per le Famiglie dello stesso, in collaborazione con la nostra Caritas diocesana e il Centro Salute Donna – AUSL Ferrara. Nella sede di viale Po, 8 ogni mercoledì mattina dalle ore 10 alle 12.30, a partire dal 15 novembre, inizierà il primo ciclo di sei incontri per donne extracomunitarie in gravidanza (a prescindere che sia la prima gravidanza o meno, e che parlino o meno l’italiano). «Ogni incontro – ci spiega ancora Belmonte – è legato ad alcune parole della lingua italiana che queste donne sentiranno durante la gravidanza e nel post parto; parole, quindi, di cui devono cogliere il significato per una maggiore consapevolezza della loro situazione e delle conseguenti scelte da compiere».

Come nel caso di “Crescere insieme”, si è deciso di dar vita a questo progetto perché a livello comunale pur esistendo già servizi per future mamme e neo mamme, per scelta o ignoranza non vengono frequentati dalle donne straniere. Al fondo, prosegue Belmonte, «vi è l’idea di un’integrazione graduale di queste donne» nel nostro tessuto sociale: “Le parole della nascita” non intende, però, sostituirsi ai servizi pubblici già esistenti ma si presenta come un passaggio propedeutico necessario per poter poi accedere agli stessi.

Tutti gli incontri saranno guidati da Irina Cristina Damian, psicologa del Centro per le Famiglie e, oltre a lei, nei diversi appuntamenti si alterneranno altre figure: un’ostetrica, un’assistente sociale, educatrici e psicologi.