Le Caritas parrocchiali di Ferrara: al servizio degli altri

Le Caritas parrocchiali: mettersi a servizio degli altri come forma più alta di carità

Il prossimo 17 novembre si celebra l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, che ha come tema «La preghiera del povero sale fino a Dio» (cfr. Siracide 21,5).

In vista dell’inizio del Giubileo Ordinario del 2025 questo appuntamento rappresenta per tutte le Caritas un’occasione per organizzare momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto.Tutto quello che le Caritas parrocchiali, singolarmente, già fanno durante l’anno ma che in questa giornata potranno condividere insieme.
La Caritas ha infatti diversi livelli e i gruppi parrocchiali svolgono un’importante funzione sociale, di supporto immediato a chi si presenta in difficoltà alla porta della parrocchia.

E come si affronta questo incontro? Come lo vivono i volontari di Caritas?

Oggi raccontiamo due esperienze: quella del Centro di ascolto Caritas dell’Unità Pastorale di Borgovado, che unisce quattro parrocchie, e quella della Caritas San Vincenzo di Pontelagoscuro.

Don Andrea Zerbini è il responsabile del Centro di ascolto: “Ogni martedì, a Santa Maria in Vado, incontriamo le persone più in difficoltà per raccogliere i loro bisogni, le loro necessità e ogni mercoledì, dalle Suore della Carità in piazza Ariostea, facciamo il punto sulle situazioni, su come aiutare e accompagnare queste persone”.
L’Unità Pastorale Borgovado assiste tra le 40 e le 50 famiglie e ogni terzo sabato del mese distribuisce, nella parrocchia di Santa Francesca Romana, il pacco alimenti che arriva dal Banco Alimentare, ma che spesso viene integrato con prodotti acquistati grazie ai fondi della parrocchia e alle donazioni.
Queste famiglie vengono seguite, se necessario, anche per i documenti e la scuola nel caso ci siano bambini.
“Stefano Ferrari – sottolinea don Andrea – ha creato anche un’associazione, Mai da soli, per gli uomini che si trovano in difficoltà dopo il divorzio o la separazione. Hanno un lavoro ma non abbastanza denaro per pagare tutto, affitto compreso, grazie a questa associazione hanno un posto dove stare.”
Il Centro di ascolto sta cercando di coordinare le altre realtà caritative della città, ma, come spiega don Andrea, “è faticoso, molte sono parrocchie piccole, con persone anziane, trovare volontari che si impegnino non è facile. Due volte all’anno ci incontriamo con le altre Caritas per fare il punto, per capire come si gestiscono, raccogliere idee, dare consigli, cercare una linea di azione comune.
Da 6 anni è emerso che nonostante ci sia nell’amministrazione pubblica, anche a livello sanitario, attenzione ai senzatetto, agli stranieri, ai poveri e ai bisognosi, questa maglia non arriva dappertutto e le persone a un certo punto si rivolgono alle parrocchie, che cercano di supportare chi non trova nessun tipo di assistenza. Ultimamente a Santa Francesca Romana abbiamo accolto 5 senzatetto”.
I problemi che si incontrano nel cercare di assistere queste persone sono tanti: le parrocchie non hanno sufficienti spazi, volontari, competenze per gestire tutte le questioni burocratiche e organizzative, non si riesce a trovare case in affitto, ma nonostante queste difficoltà non ci si arrende: “Ci motivano coloro che abbiamo davanti, perché sono uguali a noi – ricorda don Andrea – bisogna farlo per l’umanità delle persone che si incontrano, che spesso non hanno più voglia neanche di vivere e non c’è più distinzione ormai tra italiani, stranieri, giovani e meno giovani, hanno problemi economici, di dipendenza, a volte psichici e la parrocchia diventa il loro unico punto di riferimento. Noi dobbiamo trovare il modo di instaurare con loro una relazione”. E proprio per cercare di creare sempre di più una vera e propria rete di supporto l’Unità pastorale fa anche il doposcuola e una serie di incontri per insegnare il taglio e cucito, piccole cose che però possono contribuire a unire e far sentire tutti parte di una comunità più ampia e solidale.

Ed è davvero ampia la platea di persone assistite dalla Caritas San Vincenzo di Pontelagoscuro: 260 famiglie nel 2023 a cui sono stati distribuiti pasti e vestiario.
Il responsabile della gestione e distribuzione degli alimenti è Dante Andreolini, detto Lucio, quella del vestiario invece è Rita Paganelli.
Gli altri volontari della distribuzione pasti della Caritas San Vincenzo di Pontelagoscuro sono Marina Zabolotnik, Marco Gulmini, Anna Padovani, Tiziano Pilastrini, Mario Franchini, Mirela Palai, Luigi Berardo, Dario Bucchi.
“Consegniamo il cibo ogni giovedì mattina dalle 8,30 alle 11 nel salone parrocchiale di Pontelagoscuro ma noi volontari siamo impegnati anche nei tre giorni precedenti – racconta Lucio – l’Ipercoop Le Mura per esempio ci permette, il mercoledì, di andare a ritirare “i brutti ma buoni”, prodotti scartati solo perchè ammaccati e in questo periodo dell’anno ci mettono a disposizione anche la cancelleria per la scuola. Siamo sempre interlacciati con le altre Caritas per lo scambio dei prodotti, per poter variare l’offerta e rispondere alle necessità di tutti. Ci aiutano la Colletta Alimentare (che quest’anno sarà sabato 16 novembre, ndr), altre collette specifiche organizzate dalla Coop del Doro e la ditta Eurovo che ci dà le uova. Se non avessimo questi contatti e questi aiuti non ce la faremmo perché il Banco Alimentare, che ci fornisce il cibo, non ce ne dà abbastanza per i nostri numeri”.
La distribuzione degli alimenti in realtà diventa anche momento di confronto e di scambio: mentre le famiglie aspettano il proprio turno dialogano tra di loro e con i volontari, espongono problemi, necessità e anche suggerimenti: “Abbiamo trovato una soluzione a ferro di cavallo per dare il cibo – spiega Lucio – noi non prepariamo le confezioni, le persone girano e ad ogni postazione viene consegnato un prodotto. Mentre prendono quello di cui hanno bisogno raccontano anche le loro storie”.
Ma tutti possono presentarsi per avere il cibo? Tecnicamente no, ogni famiglia ha una tessera con indicato un numero di riconoscimento e il numero di persone che compongono il nucleo famigliare, chi vive da solo non riceverà gli stessi quantitativi di chi invece ha magari più figli a carico. E la Caritas di Pontelagoscuro consegna solo ai residenti di Ponte, Barco e Francolino. La tessera si ottiene presentando ai volontari stessi l’Isee e il certificato di residenza, se il modello Isee è sopra gli 8mila euro la tessera non viene rilasciata. Questo sulla carta, nella realtà non si manda via nessuno, prima si distribuisce il cibo a chi ha la tessera e vive in zona, poi a chi la tessera non ce l’ha o abita lontano o non ha un posto dove abitare.
I volontari cercano anche sempre di bilanciare la spesa: chi magari non prende il salume, per motivi religiosi, può prendere per esempio più farina o pasta.
E’ un impegno gravoso quello dei volontari, che sono circa una decina per la raccolta e la distribuzione degli alimenti e 7/8 per il vestiario, “ma non bastiamo mai – sottolinea sempre Lucio – a volte ci ammaliamo o abbiamo altri impegni, di nuove leve c’è sempre bisogno”.
E come convincerle a donare il loro tempo? Per quale motivo ne vale la pena?
“La soddisfazione c’è quando chi assisti sente che parli la sua lingua e si apre di più perché si fida – racconta Marina Zabolotnik, una volontaria russa che conosce anche l’inglese e che spesso fa da interprete – è bello quando poi, fuori dalla parrocchia, ti riconoscono per strada, ti salutano e ti ringraziano per quello che fai”.
“La soddisfazione c’è quando ti offrono il caffè al bar – aggiunge Tiziano Pilastrini – si vede che qualcosa di buono facciamo, c’è spirito di collaborazione e reciproca stima anche se qualcuno brontola, ma quelli insoddisfatti ci sono sempre”.
“La soddisfazione c’è nel sorriso dei bambini – dicono insieme Marco Gulmini, che indossa un naso rosso e si trasforma in clown per i più piccoli e Anna Padovani, che porta sempre qualche giocattolo – ci piace stare con loro, lo facciamo volentieri perché fa bene anche a noi, alla fine siamo diventati tutti una famiglia. C’è una signora che ci porta sempre il tè e i dolci fatti da lei, altri ci portano il pane, è il loro modo di ringraziarci”.

Il vero valore delle Caritas parrocchiali si ritrova proprio in questo: qualcuno che si mette nei tuoi panni, questa è la carità, a volte le persone non vengono riconosciute, “viste”, restano indifferenti agli occhi della gente, trovare qualcuno che ti dà un pacco di alimenti e scambia quattro chiacchiere, si mette un naso da clown, parla la tua lingua, si interessa alla tua storia, è un dono che tutti possiamo fare.

L’organizzazione è sicuramente complicata e tanto si può e si deve ancora fare per migliorare, ma non è tutto, uno dei compiti delle Caritas è sollecitare e garantire le relazioni di vicinanza, lo stare insieme, il vivere tutti dentro la comunità, la vicinanza può attivare risorse, può aiutare a trovare case in affitto, lavori, aiuti e sostegno. Creare e dare un valore alla prossimità è da sempre uno degli obiettivi di Caritas.

Si possono avere maggiori informazioni sul volontariato rivolgendosi direttamente alla propria parrocchia.