La mensa di Caritas Ferrara cerca volontari

Se non sai cucinare puoi impiattare, se non sai impiattare puoi distribuire e se non hai tempo puoi fare il caffè o offrire una spesa, un modo per aiutare si trova sempre.

Si può fare il volontario alla mensa di Caritas anche se non si è cuochi provetti o camerieri esperti?
Certo che sì, e specialmente nel periodo estivo c’è davvero bisogno di tutti.

QUI TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SUL SERVIZIO MENSA

 

«Siamo sempre in cerca di volontari, ma in luglio e agosto questa esigenza aumenta – spiega Carlo, operatore di Caritas Ferrara – arrivano le ferie, chiudono le scuole e i nonni passano molto più tempo con i nipoti invece che qua, ma chi viene a mangiare da noi in vacanza non ci va e quindi c’è sempre bisogno dell’aiuto di tutti, anche solo per preparare le colazioni o distribuire i pranzi. Si può fare volontariato e donare il proprio tempo in tanti modi diversi».
E chi di tempo proprio non ne ha, può anche decidere di donare una spesa, non è nemmeno necessario chiedere di cosa c’è bisogno, i beni di prima necessità come la pasta, il latte, l’olio, alimenti che durano, che si possono conservare e che vengono usati quotidianamente, sono sempre bene accetti.
Il servizio mensa parte la mattina con le colazioni: i volontari arrivano  tra le 7 e le 7:30, preparano il caffè e le paste, che solitamente  vengono offerte da pasticcerie o forni, ma, per sicurezza, in dispensa biscotti e brioches confezionate ci sono sempre, altro bene da mettere nella lista della spesa da “donare”.
«Dalle 8:15 si apre agli utenti, a tutti indifferentemente, non chiediamo documenti – sottolinea Carlo – il servizio è per chiunque ne abbia bisogno».
Alle 9:30 i volontari del turno colazioni hanno finito, e possono andare a casa. Nel frattempo, alle 9:00, sono arrivati i volontari del turno pranzo, che prestano servizio in cucina, appunto per preparare il pranzo. Ogni giorno devono essere almeno in tre, per far da mangiare a 70, 80, a volte anche 100 persone, quelle che qui a Ferrara quotidianamente pranzano alla Caritas. Dopo i cuochi e le cuoche, alle 11:30 arrivano i volontari “del bancone”, che invece gestiscono la sala: preparano i tavoli, distribuiscono i vassoi dei pasti, regolano l’ingresso e l’uscita dei commensali. Anche loro devono essere almeno in 3 affinché il servizio si svolga in modo fluido e regolare. A quelli della sala e della cucina si aggiungono poi, a mezzogiorno, i volontari del ”mercatino”: chiamiamo così la distribuzione di alimenti freschi, per lo più frutta e verdura, recuperata dai supermercati di Ferrara che ci donano i prodotti prossimi alla scadenza. Quelli che non utilizziamo in cucina li distribuiamo direttamente alle persone bisognose da una specie di bancarella che allestiamo all’uscita della mensa.
La mensa Caritas è aperta per il pranzo dalle 12:30 alle 13:30, tutti i giorni della settimana. Il pasto è gratuito: primo, secondo, contorno, pane, dolce e frutta, a scelta con o senza carne di maiale oppure menù vegetariano. Il turno di servizio dei volontari si conclude alle 14:00 con la pulizia della cucina e della sala.
Dalle 9:00 alle 14:00 il servizio in cucina sono tante ore, è vero, ma, come racconta Carlo: «Ci sono turni di servizio più brevi: al bancone della sala, dalle 11:00 alle 14:00, o al mercatino, dalle 12:00 alle 14:00. Si deve comunque considerare che la mensa Caritas, per quanto gratuita e non professionale, funziona come un vero e proprio servizio di ristorazione, interamente gestito dai volontari, e dunque, sì, è un impegno “serio”. Proprio per questo la disponibilità che chiediamo ad ogni singolo volontario è per un solo giorno a settimana».
Di esperienza, prima come volontario e poi come operatore, Carlo ne ha parecchia: «Sono arrivato nel 2018 per il Servizio Civile, ho lavorato nel centro di accoglienza e poi anche in mensa. Nel 2020 sono stato assunto come operatore. Certo questo ora è il mio lavoro ma è prima di tutto un’esperienza formativa, ti arricchisce. Torno a casa consapevole di aver fatto qualcosa di utile per gli altri e vado a letto più sereno».
Oggi in cucina ci sono Raffaella, Malek e Nadia. Sono loro i cuochi volontari del pranzo di questo venerdì.
«Ho 72 anni e prima di andare in pensione facevo il medico – racconta Raffaella, mentre non smette un secondo di riempire piatti – conoscevo amici che venivano già qui e allora, due anni fa, li ho seguiti. Faccio servizio il venerdì in cucina dalle 9 alle 14. Oggi, in base a cosa abbiamo trovato in dispensa, abbiamo preparato pasta al sugo, che va bene anche per chi non mangia maiale, cappellacci, spezzatino di salume, polpettine e hamburger di verdura sempre per chi non mangia maiale o carne in generale, patate arrosto, zucchine peperoni e melanzane e anche pomodori in insalata».
Chiediamo a Raffaella cosa direbbe se dovesse lanciare un appello per convincere qualcuno a venire a fare il volontario in mensa.
«Venite perché è un ambiente dove si riceve molto, se si è in tanti è meno faticoso e si sta bene in compagnia. Io ho sempre avuto vicino un’altra volontaria, Maria, che è stata il mio faro e tra di noi è nata un’amicizia grande. Ci intendiamo bene anche con chi non parla italiano, come Nadia o chi non lo parla ancora bene come Malek».
Anche Malek continua a cuocere pasta, condirla, lavare pentole, la fila fuori dalla mensa è ancora lunga.
Viene dalla Tunisia, ha 37 anni e un passato nella boxe professionistica.
«Quando ho smesso sono andato a lavorare in Libia, era il 2012, poi sono tornato in Tunisia e ho aperto una pizzeria insieme alla mia famiglia, avevamo 12 tavoli, mi piaceva molto fare il pizzaiolo, ma poi è arrivato il Covid, abbiamo dovuto aprire e chiudere tante volte e non riuscivamo più a coprire le spese. Allora, nel 2022, ho lasciato il mio paese e su un barcone, come tanti, sono venuto qui in Italia. Dalla Sicilia mi sono spostato al Nord, ho lavorato come metalmeccanico in fabbrica, poi mi è scaduto il permesso di soggiorno. A quel punto sono arrivato a Ferrara e adesso aspetto il rinnovo per poter lavorare di nuovo. Sono venuto a mangiare qui in Caritas per quasi un anno, poi mi hanno chiesto di fare il volontario e da un mese sto in cucina».
Dalla sala mensa come ospite alla cucina come volontario, pochi passi e Malek si sente decisamente meglio.
«Sì perché mi piace stare in cucina, darmi da fare, aiutare. Voglio restare in Italia, farmi una famiglia qua, amo Ferrara perché è una città solidale, sono sempre stati molto gentili e disponibili con me».