Il tuo 5×1000 lo portiamo in tavola alla mensa di Caritas Ferrara
Donare il 5×1000 a Caritas Ferrara significa permetterci ogni giorno di offrire 100 pasti a chi non può permetterseli.
“Noi letteralmente il 5×1000 lo cuciniamo, perché lo investiamo prevalentemente nella nostra mensa, va direttamente dentro al piatto delle persone bisognose di cui ci occupiamo”, spiega Michele Luciani, operatore Caritas.
Donare il 5×1000 a Caritas Ferrara è una forma di solidarietà a chilometro zero, chiunque può constatare di persona come viene speso, basta mettersi un grembiule e diventare volontario della mensa. In questo modo si fa qualcosa di concreto e utile per qualcuno di veramente vicino.
Come ha scelto di fare Emily, che da 10 anni è un’operatrice di Caritas e gira ogni giorno con un furgone per recuperare i prodotti invenduti dei supermercati.
“Frutta, verdura, latticini, salumi, alimenti a lunga conservazione con scadenza breve o ammaccati e non più idonei alla vendita. Ogni mattina, dal lunedì al sabato, copro la zona da via Pomposa fino a Barco. Ultimamente mi stanno dando una mano con un altro furgone anche tre studenti universitari volontari”.
Finita la raccolta, Emily torna in Caritas e scarica i prodotti, che vanno direttamente in cucina e servono per preparare i pasti della mensa del giorno dopo.
Quello che non si trova, viene comprato, ed ecco perché è importante il 5×1000: consente di acquistare alcuni prodotti necessari come il sale, lo zucchero, la carne.
“Mi piace aiutare a creare una condivisione tra chi ha e chi non ha – racconta Emily – in questo modo non ci sono sprechi, ma aiuto reciproco. Il momento che preferisco è quando riesco a riempire le pance e le sporte di tutti”.
Anche per Alì, che alla mensa di Caritas fa il volontario, vedere le persone contente per un pasto caldo è fonte di grande soddisfazione, perché anche lui sa perfettamente cosa significa trovarsi in difficoltà. È algerino, ma vive in Italia da quasi trent’anni.
Nel carcere di Ferrara sta scontando una condanna a 14 anni, è in regime di semilibertà, di giorno esce per fare il volontario e poi la sera rientra a dormire. Ma tra poche settimane avrà saldato il suo debito con la giustizia e tornerà libero.
“Quando sono arrivato in Italia ero un ragazzino, sono stato in una casa famiglia ma poi mi sono allontanato ed ho commesso degli errori che mi hanno portato in prigione. Da tre mesi faccio il volontario nella mensa della Caritas. Io sono un cuoco, ho imparato da una signora romagnola di 88 anni a fare la pasta fresca e la piadina e poi l’ho sempre fatto, dentro al carcere e qualche volta anche fuori.
Qui in Caritas cucino con quello che abbiamo, con quello che ci porta Emily, mi piace aiutare il prossimo, è un modo per pagare per i miei errori, quando gli ospiti mangiano e mi ringraziano, è come se avessi mangiato anch’io”.
Nel futuro di Alì c’è un lavoro nel turismo in Romagna e il desiderio di ritrovare il figlio 14enne ma questa esperienza di volontariato se la porterà sempre dentro.
Proprio come Giuseppe che alla mensa della Caritas pranza tutti i giorni da circa 4 anni.
“Ho 67 anni e dopo un divorzio molto complicato mi sono ritrovato in disgrazia. Facevo l’elettricista industriale ma non c’era abbastanza lavoro e sono finito in mezzo alla strada. All’inizio sono stato accolto in un altro centro dove facevo dei piccoli lavori, mi davano vitto e alloggio e un rimborso, sono rimasto per qualche anno ma poi è cambiato tutto e ho dovuto cercare un’altra soluzione. Per fortuna sono arrivato alla Caritas. Qui mi danno cibo, vestiti, cure mediche. Attualmente dormo da una conoscente disabile, l’aiuto come posso e lei mi dà ospitalità. Non posso più lavorare a causa di un problema a un braccio e sto aspettando che mi diano la pensione”.
La Caritas per Giuseppe è stata ed è un punto fermo, una certezza, un porto sicuro dove trova anche il calore umano di chi è disposto ad ascoltarlo.
“Qui ti danno aiuto sotto tutti i punti di vista, mi hanno anche comprato il biglietto per andare al funerale di mio fratello a Milano. Sono costretto a vivere così, ma qui mi sento anche contento e per questo non finirò mai di ringraziarli”.
Chi dona a Caritas, può cambiare la vita e il destino di Emily, Alì e Giuseppe.
Destinando il 5×1000 all’Associazione Amici della Caritas di Ferrara – Comacchio, l’organismo di coordinamento del volontariato e di gestione dei servizi di accoglienza e di assistenza, contribuisci al finanziamento della mensa Caritas di Ferrara, sostieni un’azione concreta e quotidiana di solidarietà.
Nei diversi modelli di dichiarazione – CUD, modello 730 E Modello Unico Persone Fisiche occorre:
1) Firmare nel riquadro “sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni” (il primo dei 4 previsti);
2) Indicare il codice fiscale dell’Associazione Amici della Caritas: 93080120384.
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