Fuori di qua, chi le considererebbe queste persone? Il Centro di Ascolto e i pacchi viveri
La testimonianza dell’operatrice Stefania Malisardi
Il contatto diretto con le persone in cerca di un aiuto, la possibilità di conoscere il loro vissuto, la loro situazione di difficoltà. Qualcosa di impagabile, l’aspetto più bello dell’essere operatrice Caritas. È questo il cuore della testimonianza di Stefania Malisardi, responsabile del Centro di ascolto e della distribuzione dei pacchi viveri nella nostra sede di via Brasavola.
«Sono qui in Caritas dal 2015 quando, dopo essermi laureata all’Accademia di belle arti, ho iniziato il Servizio Civile regionale», ci racconta. Ed è stata lei stessa a scegliere Caritas per questa sua prima esperienza. «Già allora ero impegnata nella preparazione dei pacchi, oltre che nella mensa». Poi, nel 2018 sempre qui «ho svolto il Servizio Civile nazionale nell’ambito dell’accoglienza delle donne e in seguito sono stata assunta».
Il primo aiuto: il colloquio
Partiamo dal Centro di ascolto, che non è uno sportello di servizio pubblico ma una rete di operatori e volontari ai quali si può chiedere un colloquio prendendo appuntamento al centralino (chiamando il 388-9706494). Dopo il colloquio, se idonei, si riceve la tessera personale identificativa. «Il colloquio – ci spiega Stefania – è importante per capire il vissuto delle persone e se sono “continuativi” oppure potranno in tempi relativamente brevi uscire dalla loro situazione di disagio e povertà».
Il Centro di Ascolto è aperto (previo appuntamento al numero sopraindicato) il mercoledì e il giovedì dalle ore 9 alle 11.
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Preparazione e distribuzione dei pacchi viveri
«Amo molto preparare i pacchi viveri per i nostri beneficiari – ci spiega ancora Stefania – perché posso vedere nell’immediato l’aiuto concreto». È un servizio, questo, che permette appunto un rapporto concreto con le persone: «ormai conosco quasi tutti quelli che si rivolgono a noi. Spesso mi raccontano i loro problemi, si confidano, a volte mi chiedono anche consigli pratici. Insomma, si fidano di me e questo mi dà soddisfazione. Anche perché solitamente sono persone non considerate da nessuno fuori di qua. Certo, a volte ci vuole pazienza, ma spesso basta un minimo di dolcezza per “gestire” le loro richieste». Ma che tipo di persone si rivolgono a questo servizio? È normale domandarselo. Secondo Stefania, «bisogna innanzitutto superare il pregiudizio secondo cui si rivolgono alla Caritas solo “persone strane”. In realtà è molto ampia la varietà di chi ci chiede aiuto».
I volontari impegnati nella distribuzione dei pacchi (foto) sono suddivisi in questo modo: due al martedì (Mauro e Alessandra), altrettanti al giovedì (Oriano e Christeil). Al venerdì, invece, si alternano tra loro quelli del gruppo parrocchiale di Pontegradella. E poi c’è Lucia, “l’addetta” alle tessere. L’orario per il ritiro dei pacchi viveri (sempre previo appuntamento al numero sopraindicato) è mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 9 alle 11.
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Le altre fasi
Il compito di Stefania consiste anche nella gestione del magazzino degli alimenti, controllando e rifornendo le scorte. Quando c’è l’opportunità, nel pomeriggio ritira merci donate ad esempio da aziende contadine, o l’invenduto dalle industrie. E poi c’è l’aiuto a Emily per scaricare la mattina, insieme a Nabil (detenuto in affidamento, in Caritas dall’estate scorsa) i beni alimentari raccolti nei vari supermercati.
Qualcosa, appunto, che – al di là delle “fasi” – rende davvero impagabile essere operatrice Caritas.