Emergenza Ucraina, il progetto di Caritas Ferrara per ridare casa e speranza a chi fugge dalla guerra

La guerra in Ucraina ha diviso famiglie, ma ha anche unito persone, nella solidarietà.

Fin da febbraio 2022 il mondo di Caritas Ferrara si è aperto all’accoglienza, ed è così che le storie di tre donne, si sono incontrate, in una straordinaria esperienza umana.

Vita, fuggita dal conflitto per garantire cure adeguate al figlio con disabilità, Kateryna, ucraina come lei, ma da tempo in Italia e operatrice sociale, Ornella, pensionata volontaria: il progetto Emergenza Ucraina le ha fatte incontrare, ma l’aiuto non è stato univoco, ognuna ha dato qualcosa di importante all’altra.

Vita e suo figlio Artem, vengono da Vinnycja, nell’Ucraina centrale, a circa 200 km da Kiev.
«Sono arrivata in Italia a marzo 2022, con mio figlio, che ora ha 12 anni. La città era sotto bombardamenti e siamo scappati. Dopo una settimana dai parenti, con mio marito abbiamo deciso di andare oltre confine perché restare era troppo pericoloso. Artem ha una disabilità e con la carrozzina non potevano muoverci liberamente durante i bombardamenti, nemmeno i rifugi erano adeguati alle nostre necessità. Così siamo andati in Romania, da lì mio marito ci ha caricati su un autobus e poi è dovuto tornare indietro».  Una volta in Italia, dopo alcuni passaggi in attesa dei documenti, nell’agosto del 2022, sono stati accolta da Caritas, nella struttura di Casa Betania, che è tuttora la loro residenza.

Kateryna conosce bene quel percorso, anche lei è arrivata dall’Ucraina nel 2005, a 21 anni, con il sogno di vivere in Italia.
«All’inizio è stata più dura del previsto, ho dovuto combattere tanto per integrarmi».
La sua laurea in sociologia qui non è riconosciuta, quindi deve ripartire dalla terza media, poi due anni di superiori all’alberghiero e finalmente il primo lavoro in un hotel, ma il Covid sconvolge di nuovo i suoi piani, l’albergo chiude e lei decide di riprendere a studiare e proprio quest’anno si diplomerà in elettronica.

«Ho incontrato tanti ostacoli, mi ricordo ancora quando volevo affittare un appartamento e gli altri inquilini del condominio mi hanno rifiutato. Oggi, dopo lo scoppio della guerra, c’è più comprensione».

Il lavoro di Kateryna in Caritas inizia nel 2022, anche per lei un anno decisivo. Vede un annuncio in cui cercano un mediatore culturale per i suoi connazionali, manda il curriculum e grazie alla sua formazione, entra progetto Emergenza Ucraina.

È stata lei la prima a occuparsi di Vita. All’inizio non è stato facile perché non c’era un luogo attrezzato per un minore con disabilità, poi piano, con l’aiuto di tanti, si è riusciti ad adattare un ascensore e a trovarle una stanza dove anche Artem potesse muoversi con più facilità.

Oggi il ragazzo va a scuola, frequenta l’associazione Anfass e fa anche altre attività, in questo modo Vita ha più tempo da dedicare alla scuola. In Ucraina era ragioniera e pochi mesi prima che scoppiasse la guerra lei e altre mamme di bambini disabili avevano aperto un asilo per loro. Ma poi tutto è cambiato.

Nel suo racconto, Vita cede alle emozioni solo poche volte, e con lei si commuovono anche Ornella e Kateryna. Quando pensa ai progetti per il futuro, il futuro diventa incerto. «Pensavamo di tornare in Ucraina presto, che questa fosse una sistemazione temporanea. Mio marito lavora in Ucraina, ci sentiamo tutti i giorni, lui lì ha una mamma di cui occuparsi e anche i miei genitori sono rimasti lì e sono anziani, quindi per lui è difficile venire via e raggiungerci qui. Io ancora spero di tornare a casa mia, anche se qui mi hanno dato le condizioni più confortevoli, nei limiti del possibile, per me e per Artem. Grazie a loro mi sento sicura».

Ornella era arrivata da poco quando è scoppiata la guerra in Ucraina. «Mi ricordo ancora il giorno in cui queste ragazze hanno iniziato ad arrivare, nel freddo di febbraio, con le loro valige, è stato devastante. Sono rimasta però colpita dalla loro profonda dignità, non si sono mai lamentate, conoscerle è stato un arricchimento emotivo fortissimo. Certo erano diffidenti all’inizio ma poi si è creata una bella amicizia».

Ha 68 anni ed è un’insegnante di inglese in pensione.
«Il riposo non faceva per me. Un giorno di due anni fa, passavo per caso davanti alla sede di Caritas in via Brasavola, ho visto una signora lì fuori e le ho chiesto come potevo aiutare, lei mi ha dato un numero di telefono e così è cominciata la mia esperienza di volontaria: meravigliosa e gratificante, anche se faticosa, perché mi tiene impegnata la mattina e spesso il pomeriggio. Alle donne ucraine insegno italiano perché possano inserirsi nella vita quotidiana e per ottenere la certificazione per il lavoro. Sono tutte istruite, erano impiegate, avvocati, dirigenti di azienda, ma qui devono ricominciare daccapo».

Dal 24 febbraio 2022 ad oggi la Caritas di Ferrara ha preso in carico, nei suoi Centri di accoglienza straordinari e in famiglie accoglienti, 118 persone provenienti dall’Ucraina.
Alcune sono tornate a casa, altre hanno abbandonato il progetto, altre ancora si sono integrate, lavorano e hanno una loro casa, oppure c’è chi si è spostato in Cas diversi.
Ventinove sono ancora ospiti di Caritas: mamme con bambini, e in alcuni casi anche con i mariti che sono riusciti ad arrivare fino in Italia.
Il progetto originale è nato molto tempo fa per i richiedenti asilo e poi si è prestato a diventare un progetto di emergenza per gli ucraini, perché le necessità sono le stesse: vitto e alloggio in primis, oltre ad assistenza scolastica, supporto occupazionale, lingua e integrazione in generale.

«Ogni giorno – aggiunge Kateryna – ci occupiamo di aiutare queste persone nel quotidiano come per esempio andare dal dottore, chiedere spiegazioni sui farmaci, sulle cure. Qui è tutto diverso rispetto all’Ucraina, non è solo una questione di idioma, sono diversi i farmaci e gli iter burocratici. Li seguiamo e aiutiamo nell’inserimento scolastico dei figli, nella ricerca di lavoro».

Qui le donne ucraine non sono più sole, e, nonostante le difficoltà, hanno potuto condividere una ricchezza inestimabile, quella del cuore.