Ogni storia è a sé, e va ascoltata: l’Accoglienza delle donne e dei minori

Abbiamo incontrato le operatrici Maria Teresa Stampi ed Elena Brina per farci raccontare la bella e difficile complessità del loro servizio, al di là di ogni estremizzazione e paternalismo

Qui non esistono estremizzazioni, ma solo la bella e drammatica complessità delle piccole cose. Qui le persone, le situazioni, i problemi vanno affrontati «goccia a goccia», con tenacia e pazienza, senza eccessive sovrastrutture, ma lasciando – maieuticamente – venir fuori i bisogni della persona assistita.

È questo il grande insegnamento che ci lasciano Maria Teresa Stampi ed Elena Brina, due delle operatrici della nostra Caritas di Ferrara impegnate nell’Accoglienza di donne e minori.

Accoglienza che ha, dal 2014, ha Casa Betania in via Borgovado come centro, luogo dove vivono donne con minori e donne sole richiedenti asilo, che abbiano un progetto di raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza. Oltre a questa, Caritas dispone di 9 appartamenti in comodato ad uso gratuito dove in gruppi appartamento (da 4 persone negli appartamenti più piccoli a 12 in quelli più spaziosi) vivono le donne arrivate da più tempo in Italia e con una conoscenza della lingua tale da rendere loro maggiormente indipendenti. In totale, Caritas Ferrara ha 123 posti in accoglienza, attualmente tutti occupati, 50 dei quali sono bambini (e 40 nuclei familiari).

Le informazioni generali sull’Accoglienza in Caritas le potete trovare qui.

 

Biografie parallele

Il racconto della propria storia Elena la fa partire dall’esperienza in parrocchia a Pontelagoscuro con ACR, Gi.mi e con la Caritas parrocchiale. Dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere a Unife, e quella Magistrale a Bologna, nel 2013 in Caritas svolge il Servizio Civile: per un anno si occupa del servizio docce, della mensa e della distribuzione dei vestiti, prima di approdare a Casa Betania.

Maria Teresa, invece, dopo la laurea in Psicologia a Padova, nel 2017-2018 ha svolto qui il Servizio civile, ma un’esperienza in Caritas l’aveva già avuta con lo stage svolto negli anni al Liceo Ariosto. Nel 2018 viene assunta come operatrice.

 

Goccia per goccia

«Per un servizio come il nostro ci vuole elasticità mentale, la capacità di confrontarsi sempre con mille imprevisti», ci spiega Maria Teresa. «E a volte ti rendi conto che non sei capace». Una frustrazione che, però, invece che far demordere, diventa sprone per il continuo miglioramento di sé.

«In questo – interviene Elena – siamo aiutati dal fatto che facciamo tanto lavoro di équipe, che ci confrontiamo molto tra noi operatrici e operatori. Dal Direttore ai volontari, quando ci si parla non esistono gerarchie».

Di sicuro, questo è il regno della complessità dell’esistenza: «vediamo davvero tante sfaccettature della nostra società», prosegue. «In un certo senso, il nostro è un punto di vista “privilegiato”, vediamo cioè ciò che c’è nel mezzo. La narrazione dominante fuori di qui, invece, è spesso molto estremizzata, categorizza molto: i poveri o devono essere tutti buoni o tutti cattivi…».

«La vita – si collega Maria Teresa – è fatta di tante piccole cose, è quindi complessa, com’è poi quella di ognuno di noi, non solo dei poveri. E tutte queste piccole cose nel nostro lavoro le dobbiamo considerare, goccia per goccia».

 

Partire dai loro bisogni

Per affrontare questa complessità nel rapporto con la persona bisognosa, prosegue Elena, bisogna superare «l’idea che questa sia “patetica”, che non abbia opinioni, ma solo bisogni». Una sorta di paternalismo, il ridurre il povero solo ai suoi bisogni materiali.

«Qui anche noi non siamo mai esenti dal rischio di partire dal presupposto di capire di cosa il povero necessita», incalza Maria Teresa, «mentre è solo lui che sa di cos’ha davvero bisogno, lui è il miglior conoscitore di sé stesso. Come operatrici possiamo sempre migliorare – continua -, non dimenticando mai di ascoltarli, di chiedere innanzitutto a loro quali sono i loro bisogni. Emotivamente il nostro è un lavoro impegnativo, ed è emozionante quando vediamo i cambiamenti insieme a loro». Com’è bello veder anche nascere amicizie tra le stesse donne accolte, l’aiuto reciproco che si danno.

E la più grande soddisfazione è vederle uscire dal progetto e diventare autonome, donne finalmente libere, che lavorano, divenute – o tornate – capaci di far fronte ai loro bisogni.

Ucraina, sono 47 i profughi accolti nelle nostre strutture

Sono 47 gli ucraini attualmente accolti dalla nostra Caritas diocesana, di cui 23 adulti e 24 minori. A un anno dall’inizio dell’invasione russa prosegue, quindi, il nostro impegno per ospitare donne e minori fuggiti dall’orrore della guerra. I primi profughi ucraini erano arrivati a Ferrara proprio a fine febbraio 2022.

Queste 47 persone sono accolte a Casa Betania (via Borgovado 7) e in altri 6 appartamenti, 2 della Diocesi e altri 4 dati da privati per l’emergenza Ucraina.

I due appartamenti della nostra Diocesi sono l ‘ex parrocchia di San Giacomo Apostolo in via Arginone e un piccolo appartamento in corso Porta Reno 60.

Ricordiamo che l’accoglienza di comunità (Casa Betania) e l’housing sociale (gruppo appartamento) sono le due modalità scelte dalla nostra Caritas per l’accoglienza di donne e minori. Presso Casa Betania sono ospitate madri e bambini che, per la loro condizione di fragilità, richiedono interventi di supporto e affiancamento individuale. L’housing sociale prevede invece la costituzione di nuclei di convivenza rispetto ai quali l’azione di affiancamento è rivolta al gruppo più che alle singole persone, coinvolgendo donne con maggiori capacità di autogestione.

Michele per le colazioni: un ex dirigente d’azienda nella cucina Caritas

Da un mese Michele Balboni (ex dirigente di ACFT, AMI, AFM – Farmacie Comunali)  ogni martedì è volontario nella mensa in via Brasavola

 

È un volto noto in città Michele Balboni. Una vita, la sua, spesa come dirigente d’azienda, alla guida, fra l’altro, nel mondo del trasporto pubblico, prima di ACFT poi di AMI, e per due anni di AFM – Farmacie Comunali Ferrara. Tanguero, scrittore – è autore di alcuni romanzi -, dal 1° gennaio 2023 sta sperimentando la sua nuova vita da pensionato. Ma, a differenza di altri, ha deciso di non continuare il proprio impegno lavorativo attraverso collaborazioni, ma di provare se stesso in un’esperienza radicalmente nuova.

Anche per questo, da circa un mese, ogni martedì mattina dalle 7.15 alle 9.15 lo si può trovare impegnato a preparare le colazioni per la nostra mensa di via Brasavola. Innanzitutto, ci spiega, «nel mio ambito aziendale e gestionale ho pensato fosse giusto lasciare spazio ad altri». E poi – il motivo principale – «è che da un po’ sentivo il desiderio di impegnarmi nel volontariato, di aiutare le persone in modo concreto, nella maniera più umile possibile». Tagliando il pane, preparando il latte e i caffè, stando in cucina, dietro le quinte.

Ma come si passa da dirigente a volontario nella mensa Caritas? «Per me che vengo dal mondo delle aziende, è importante il riconoscimento del bisogno del cliente o utente. Nel mondo del volontariato, invece, com’è naturale, si parla di “beneficiari”: l’attività deve dare un beneficio, un vantaggio a chi lo riceve». Un vantaggio per la persona bisognosa, si badi bene, «non solo materiale ma di riconoscimento, di affiancamento, perché si possa sentire parte di una collettività più ampia». Non va, quindi, dato loro solo la colazione ma vanno «riconosciute nella propria dignità». Lo stesso vale nel rapporto con gli operatori e gli altri volontari: «rispetto al mio passato, è normale ci siano meno gerarchie e siano richieste una delicatezza e un’attenzione diverse».

Inoltre, Michele partecipa al corso di formazione che si svolge presso il CSV, dove i diversi Centri di ascolto condividono le proprie esperienze. Un passaggio importante, questo, per rafforzare maggiormente l’impegno concreto in termini di consapevolezza. Un’ulteriore dimostrazione dell’umiltà necessaria per calarsi in questo suo nuovo servizio.

Fuori di qua, chi le considererebbe queste persone? Il Centro di Ascolto e i pacchi viveri

La testimonianza dell’operatrice Stefania Malisardi

Il contatto diretto con le persone in cerca di un aiuto, la possibilità di conoscere il loro vissuto, la loro situazione di difficoltà. Qualcosa di impagabile, l’aspetto più bello dell’essere operatrice Caritas. È questo il cuore della testimonianza di Stefania Malisardi, responsabile del Centro di ascolto e della distribuzione dei pacchi viveri nella nostra sede di via Brasavola.

«Sono qui in Caritas dal 2015 quando, dopo essermi laureata all’Accademia di belle arti, ho iniziato il Servizio Civile regionale», ci racconta. Ed è stata lei stessa a scegliere Caritas per questa sua prima esperienza. «Già allora ero impegnata nella preparazione dei pacchi, oltre che nella mensa». Poi, nel 2018 sempre qui «ho svolto il Servizio Civile nazionale nell’ambito dell’accoglienza delle donne e in seguito sono stata assunta».

 

Il primo aiuto: il colloquio

Partiamo dal Centro di ascolto, che non è uno sportello di servizio pubblico ma una rete di operatori e volontari ai quali si può chiedere un colloquio prendendo appuntamento al centralino (chiamando il 388-9706494). Dopo il colloquio, se idonei, si riceve la tessera personale identificativa. «Il colloquio – ci spiega Stefania – è importante per capire il vissuto delle persone e se sono “continuativi” oppure potranno in tempi relativamente brevi uscire dalla loro situazione di disagio e povertà».

Il Centro di Ascolto è aperto (previo appuntamento al numero sopraindicato) il mercoledì e il giovedì dalle ore 9 alle 11.

Per maggiori informazioni clicca qui.

 

Preparazione e distribuzione dei pacchi viveri

«Amo molto preparare i pacchi viveri per i nostri beneficiari – ci spiega ancora Stefania – perché posso vedere nell’immediato l’aiuto concreto». È un servizio, questo, che permette appunto un rapporto concreto con le persone: «ormai conosco quasi tutti quelli che si rivolgono a noi. Spesso mi raccontano i loro problemi, si confidano, a volte mi chiedono anche consigli pratici. Insomma, si fidano di me e questo mi dà soddisfazione. Anche perché solitamente sono persone non considerate da nessuno fuori di qua. Certo, a volte ci vuole pazienza, ma spesso basta un minimo di dolcezza per “gestire” le loro richieste». Ma che tipo di persone si rivolgono a questo servizio? È normale domandarselo. Secondo Stefania, «bisogna innanzitutto superare il pregiudizio secondo cui si rivolgono alla Caritas solo “persone strane”. In realtà è molto ampia la varietà di chi ci chiede aiuto».

I volontari impegnati nella distribuzione dei pacchi (foto) sono suddivisi in questo modo: due al martedì (Mauro e Alessandra), altrettanti al giovedì (Oriano e Christeil). Al venerdì, invece, si alternano tra loro quelli del gruppo parrocchiale di Pontegradella. E poi c’è Lucia, “l’addetta” alle tessere. L’orario per il ritiro dei pacchi viveri (sempre previo appuntamento al numero sopraindicato) è mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 9 alle 11.

Per maggiori informazioni clicca qui.

 

Le altre fasi

Il compito di Stefania consiste anche nella gestione del magazzino degli alimenti, controllando e rifornendo le scorte. Quando c’è l’opportunità, nel pomeriggio ritira merci donate ad esempio da aziende contadine, o l’invenduto dalle industrie. E poi c’è l’aiuto a Emily per scaricare la mattina, insieme a Nabil (detenuto in affidamento, in Caritas dall’estate scorsa) i beni alimentari raccolti nei vari supermercati.

Qualcosa, appunto, che – al di là delle “fasi” – rende davvero impagabile essere operatrice Caritas.

 

Asia, Barbara e Salvatore: tre studenti in Caritas

Abbiamo incontrato i tre ragazzi che per 10 giorni hanno svolto in Caritas lo stage per l’alternanza scuola-lavoro

Grati e positivamente stupiti per quella che per due settimane è stata, in un senso profondo, la loro casa. Sono i sentimenti che ci trasmettono tre studenti dell’ultimo anno dell’Istituto L. Einaudi di Ferrara (indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”), che dal 30 gennaio fino a oggi, 10 febbraio, hanno svolto lo stage nella nostra Caritas per l’alternanza scuola-lavoro. È il secondo anno consecutivo che Caritas Ferrara accoglie studenti dell’Einaudi per lo stage.

Asia Brunelli, Barbara Palmisano e Salvatore Luca per cinque giorni alla settimana, 4 ore ogni mattina si sono messi al servizio del Centro Caritas e dei suoi assistiti.

«È una realtà che non conoscevamo molto», ci raccontano i ragazzi. «Come tanti, pensavamo avesse solo la mensa per i poveri, e invece abbiamo visto quanti servizi invece ha. Della Caritas, in generale, si parla poco, troppo poco. Meriterebbe molto più spazio sulla stampa locale».

Già con alle spalle alcune esperienze di stage (in strutture per anziani, per persone disabili, per ragazzi con autismo), i tre studenti hanno avuto innanzitutto l’opportunità di imparare sul campo come si progettano interventi in ambito sociale. Asia e Barbara, oltre alle ore in ufficio hanno fatto anche lezioni di italiano alle donne straniere ospiti di Casa Betania.

Le due ragazze ci tengono molto a soffermarsi su questa esperienza: «per me – ci spiega Asia – è stato molto importante il contatto con queste donne accolte. E mi ha commosso vedere la loro gioia grande, incontenibile, per alcuni traguardi raggiunti. Gioia che ho condiviso: ero felicissima anch’io. Vorrei tornare qui come volontaria».

«Ricorderò anch’io – ci racconta Barbara – in particolare le lezioni con le donne accolte, ad esempio nigeriane o ucraine: nonostante provengano da culture tra loro così diverse, era bello vedere come sapevano stare insieme, condividere quei momenti, come si aiutavano reciprocamente. E il fatto che vedano le operatrici e i volontari come un punto di riferimento».

«Io ho anche accompagnato Emily col furgone per il ritiro delle merci, aiutato per la distribuzione dei pacchi vivere e dei piatti in mensa», ci spiega Salvatore. «Ciò che più mi ha colpito? La possibilità di interagire con le persone, provando a metterle a loro agio, facendo in modo che potessero avere fiducia in me, che non avessero disagio nel chiedere aiuto», prosegue. «Il tatto umano è decisivo e sufficiente, non servono particolari “stratagemmi”. Basta cercare di mettersi nei loro panni». Un‘empatia che – ci dicono i ragazzi – manca tra i giovani della loro generazione, spesso egoisti, irresponsabili, infantili.

In questo, la Caritas rappresenta un modello alternativo, come stile nelle relazioni, anche tra gli stessi operatori e volontari. «Il clima qui in Caritas – ci dicono i tre studenti – è ottimo: c’è molto rispetto tra le persone, non si nota nemmeno la differenza tra operatori e volontari. È un clima accogliente, necessario per poter aiutare chi si rivolge qui. Noi stessi ci siamo sentiti fin da subito accolti».

E dell’essersi sentiti accolti, fanno parte anche parole che possono passare inosservate, ma che invece hanno un peso specifico importante. «Un giorno – ci racconta Salvatore – chiesi a un operatore: “se alla mensa viene a mangiare uno che in realtà non ha bisogno, come devo comportarmi?”. E lui mi ha risposto: “è meglio essere presi in giro, che rischiare di non aiutare uno che ha bisogno”. Mi ha colpito molto, mi ha fatto comprendere cos’è lo spirito Caritas».

Tirocini in Caritas per studenti di Medicina: tutte le informazioni

Si può fare richiesta entro il 9 febbraio tramite il SISM

L’area dei Diritti Umani del SISM – Segretariato Italiano Studenti in Medicina di Ferrara comunica che anche quest’anno sarà possibile frequentare l’ambulatorio della Caritas Ferrara, affiancando i medici volontari dal lunedì al venerdì. Ogni anno circa una 30ina di studenti svolgono il proprio tirocinio nel poliambulatorio della nostra Caritas diocesana, ognuno per una settimana.

Per accedere ai tirocini è necessario partecipare ad almeno 2 dei 3 incontri propedeutici, essere studenti dal IV anno in poi del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia ed essere tesserati presso il SISM Ferrara.

Negli incontri si parlerà di salute globale e determinati di salute, d’assistenza sanitaria come Diritto Universale; s’analizzerà la complessità del fenomeno migratorio italiano inquadrando il problema dal punto di vista sociale, legislativo, umanitario ed infine clinico.

L’obiettivo del tirocinio è permettere ai partecipanti di conoscere e vivere la realtà di un ambulatorio per migranti, affrontando contestualmente aspetti professionalizzanti quali il rapporto medico-paziente e l’approccio alle altre culture.

  • Il primo incontro si terrà venerdì 10 febbraio dalle 17:00 alle 19:00 in aula Acquario del Mammut.

Si parlerà di Salute Globale, analizzando i determinanti di salute.

Ci sarà poi ospite una specializzanda di pediatria che porterà una restituzione della sua esperienza di volontariato con il CUAMM Medici con l’Africa Cuamm a Tosamaganga, Tanzania.

  • Il secondo incontro sarà il 17 febbraio dalle 16:00 alle 18:00 in aula E3 del Mammut.

Sarà un momento di formazione e confronto in merito al tema delle gravi emarginazioni sociali. Durante l’incontro verranno affrontate le tecniche di comunicazione efficace con persone che vivono in situazioni d’emarginazione e senza dimora.

Per iscriversi, è necessario compilare il Google moduli per comunicare la vostra presenza agli incontri entro giovedì 9 febbraio.  

https://forms.gle/ow4v6MjJ3YvkbHYQ6

Emergenza terremoto in Turchia e Siria: come aiutare

CEI stanzia 500 mila euro come primo aiuto per la popolazione

È possibile sostenere da subito gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente IT03D0538713004000002957007, intestato a ARCIDIOCESI DI FERRARA – COMACCHIO con causale “Terremoto Turchia e Siria 2023”.

La Caritas di Ferrara NON raccoglie beni materiali per Turchia e Siria.

 

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito stanotte alle 4:17 la zona al confine tra la Turchia e le Siria, con epicentro nel distretto Pazarcık di Kahramanmaraş. Dopo il terremoto si sono verificate finora 42 scosse di assestamento, tra cui una molto forte, di magnitudo 7,7. Sciame sismico che continua. Centinaia i morti accertati, migliaia le persone intrappolate sotto le macerie. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà.

“La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia. In Siria, il direttore della Caritas nazionale Riad Sargi, raggiunto al telefono, dichiara che “la situazione è drammatica. Colpite duramente anche le città di Aleppo, Lattakia, Hama e Tartous, almeno un centinaio di edifici crollati. Macerie che si sommano a quelle della guerra. Caritas Siria si è prontamente mobilitata per portare conforto e organizzare i primi soccorsi”. Da sottolineare come gli sfollati debbano fare i conti con il gelo particolarmente pungente in questa stagione.

Una situazione drammatica, aggravata dal freddo e dalla povertà

La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del terremoto. “A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità. Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”.

È possibile sostenere da subito gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente IT03D0538713004000002957007, intestato a ARCIDIOCESI DI FERRARA – COMACCHIO con causale “Terremoto Turchia e Siria 2023”.

Quei furgoni bianchi in giro per la città…Ecco come funziona il ritiro dei beni

Il racconto dell’operatrice Emily: il tour quotidiano, i supermercati coinvolti, i prodotti disponibili

C’è un furgone che sei giorni su sette, ogni settimana, col sole o la tempesta, puntuale alle 9.15 parte dal nostro Centro Caritas di via Brasavola e inizia il consueto giro per raccogliere beni alimentari in supermercati e forni, destinati alla mensa, ai pacchi viveri, alla distribuzione di frutta e verdura.

Ma alla guida del mezzo bianco col logo “Caritas” non immaginatevi un rude autista ben piantato. C’è una giovane donna, Emily Rasconi, capelli corti e occhiali grandi, una massa di muscoli più che sufficiente per caricare e scaricare casse e scatole raccolte dai 3 ai 5 supermercati, a seconda dei giorni. Ad aiutarla, guidando un furgone più piccolo alcune mattine alla settimana, c’è Claudio, destinato a un paio di altri supermercati.

 

Vivere con i poveri

I suoi esordi in via Brasavola sono stati tutt’altro che diurni o raminghi: operatrice dal maggio 2014, Emily ha iniziato in Caritas facendo la sorvegliante notturna nel dormitorio femminile. La motivazione che l’ha spinta? Il desiderio di stare in mezzo alla gente, ai poveri, di vivere la loro vicinanza nella carità, ispirata dalle “Piccole Sorelle di Gesù” di Charles de Foucauld. Stare tra i poveri, dunque, vivere con loro come vocazione di una vita. Dopo un paio di anni in dormitorio, Emily ha iniziato a dedicarsi dove c’era più bisogno: per arredare Casa Betania, nel magazzino, in mensa, nell’accoglienza delle donne francofone grazie alla sua conoscenza del francese…

 

Il tour di Ferrara

E ora, da alcuni anni, dal lunedì al sabato si mette alla guida: fa tappa all’Ipercoop il Castello, all’Interspar di via Darsena, al Lidl di viale Po. Alcuni giorni alla settimana, anche all’Eurospin in Porta Catena, all’Eurospar al Barco, al Lidl e all’Aldi di via Eridano (da marzo 2023, “sostituito” con l’Interspar di via Malpasso).  Nelle mattine di mercoledì e di venerdì, ad esempio, c’è bisogno di ritirare merce in ben 7 supermercati, dei quali 5 coperti da lei. E il martedì mattina si reca anche nel magazzino del Centro di Solidarietà-Carità al MOF in via Trenti per i prodotti a media e lunga conservazione.

 

Che cosa raccogliamo

Generalmente, la raccolta dei beni significa caricare sul furgone frutta e verdura di stagione, salumi, latticini (yogurt per il pranzo, formaggi vari, soprattutto molli). E gastronomia a breve scadenza: vari tipi di salumi sia affettati sia in tranci, rosticceria (primi e secondi), uova. Fino a qualche anno fa c’era anche carne. «Tempo fa il Banco Alimentare ci diede alcuni polli surgelati, ma fu un caso isolato», racconta Emily.

Dal magazzino del Centro di Solidarietà-Carità negli ultimi tempi vengono distribuite lenticchie, minestrone in scatola di latta, farina, pomodoro, biscotti, omogeneizzati per i bambini, raramente latte e pasta. E le eccedenze: succhi di frutta, uova, yogurt, panettoni ad esempio.

Claudio alcuni giorni ritira anche l’invenduto di forni e pasticcerie: Pasticceria Frignani a Cassana, Bar Europa in Giovecca, dal vicino Orco Bacco, nel panificio “Salotto del pane” di via Armari, da Roversi in Argine Ducale, a volte anche da Life 120 in Porta Catena per alcuni prodotti biologici.

Poi ci sono le donazioni eccezionali, o rare: nel primo gruppo, quelle arrivate magari da ristoranti che cessavano l’attività, o da alcuni fast food durante il primo lockdown del 2020. Nel secondo, ciò che resta dei pasti domenicali destinati alla compagine spallina quando le tocca giocare in casa.

 

Ritorno in sede

«Alle 11 faccio ritorno in Caritas e aiuto a dividere i prodotti per tipologia», spiega Emily: per la cucina, per i pacchi. E per la distribuzione di frutta e verdura: «alle 12.15 / 12.30 distribuisco i numeri di precedenza per la fila. Vengono soprattutto donne magrebine, donne dell’est (rumene, ucraine, moldave), qualche uomo, magari senza fissa dimora. E poi a volte diamo anche il pane, se ne abbiamo in eccesso. Vengono tra le 20 e le 30 persone al giorno». Un paio di detenuti in affidamento in questo periodo la aiutano per scaricare il furgone e dividere la merce.

Emily ricorda anche alcune persone che, dopo essersi rivolte alla Caritas, sono riuscite a rialzarsi, a riscattarsi, trovando una casa e un lavoro: fa i nomi di Marco, di Ugo, di altri. Ripensando a loro, un lampo di commozione le attraversa gli occhi, tipico di chi non lavora per i poveri ma vive, per vocazione, con loro.

 

Qui tutte le informazioni sulla distribuzione di beni di prima necessità: https://www.caritasfe.it/portfolio-articoli/beni-prima-necessita/

 

Vuoi diventare volontario? Leggi qui: https://www.caritasfe.it/volontariato/

 

 

 

Essere stagisti in Caritas: le storie di Gianluca, Maurizio e Ehis

Tramite i percorsi di formazione e orientamento al lavoro, l’anno scorso la nostra Caritas ha accolto e aiutato 11 persone. Ecco chi sono i beneficiari, le storie di tre di loro e tutti i dati

 

Nel 2022 sono stati 11 i percorsi di formazione e orientamento al lavoro finanziati mediante il Fondo Lavoro istituito dalla Caritas Diocesana con l’importante contributo della Fondazione Estense.

 

Una proposta volta all’acquisizione di competenze professionali, teoriche e pratiche, tramite il coinvolgimento degli interessati negli stessi servizi di assistenza e accoglienza promossi dalla Caritas. Proposta – è importante sottolinearlo – accompagnata in particolare a misure di affiancamento personale e promozione della socialità. L’isolamento, infatti, spiega Paolo Falaguasta, Direttore Caritas Diocesana, «si correla in modo sempre più stretto e frequente alla povertà, per la riduzione oggettiva delle opportunità di partecipazione sociale che quest’ultima comporta, e per la condizione soggettiva di sfiducia e vergogna che essa può alimentare».

 

L’ascolto, la rielaborazione condivisa delle esperienze di vita, la valutazione dei bisogni e delle risorse individuali sono stati dunque alla base degli interventi realizzati, modulando i percorsi di formazione sul profilo dei singoli beneficiari.

 

Tutti i percorsi del 2022 sono stati attivati tramite IAL Emilia-Romagna, in qualità di soggetto promotore, in collaborazione con “Amici della Caritas di Ferrara-Comacchio”. La formazione comprendeva un corso specifico tenuto da operatori della Caritas e uno stage retribuito, per la formazione sul campo, presso il Centro Caritas di via Brasavola.

 

Questi percorsi, inoltre, hanno rappresentato, e ancora rappresentano, un cambiamento rispetto alla strategia degli anni precedenti: nel 2018-2019, infatti, venivano finanziati corsi pre-programmati (per creare sbocchi lavorativi nell’ambito della ristorazione e dei servizi di assistenza socio-sanitari), che però finivano per escludere proprio le persone più fragili e a maggior rischio di marginalità sociale.

 

Chi sono i beneficiari? Sono quattro i gruppi di persone che nel 2022 hanno beneficiato di questi percorsi: donne singole (30-40 anni d’età), fuoriuscite da situazioni affettive o familiari traumatiche o violente; over 50 estromessi dal mercato del lavoro per problematiche relative al loro stato di salute psico-fisico, o in seguito alla crisi del mercato stesso; donne in fuga dal conflitto in Ucraina che hanno assunto, nei confronti degli altri profughi, un importante ruolo di mediazione a sostegno del sistema di accoglienza predisposto dalla Caritas; detenuti in affidamento ai servizi sociali.

 

«Sul piano dell’occupabilità – conclude Falaguasta -, la fragilità dei beneficiari e la scarsa ricettività del mercato del lavoro restano sicuramente criticità rilevanti sulle quali occorre riconoscere che i percorsi promossi incidono in modo parziale e non risolutivo. Rileviamo tuttavia che i percorsi attivati nell’ambito dell’emergenza Ucraina si sono poi trasformati in rapporti di lavoro a tempo determinato, mentre tra le donne italiane, due, dopo lo stage, grazie al sostegno della Caritas, hanno intrapreso o ripreso un percorso di studi universitario».

 

LE TESTIMONIANZE

 

È difficile considerare il centralino del Centro Caritas un servizio meno importante degli altri. Qui le persone chiamano per avere informazioni, fare la tessera per avere il pacco alimentare, per prenotare il ritiro mensile dello stesso (le prenotazioni avvengono tramite il programma Ospo web), o per le donazioni. Oppure, gli addetti smistano le richieste che arrivano dalle forze dell’ordine, da altri enti o dalle istituzioni.

 

Gianluca al centralino: «molte persone hanno anche bisogno di essere semplicemente ascoltate»

Gianluca in servizio al centralino

Gianluca, 53 anni, ferrarese, è qui in Caritas da due anni. Da lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17 si dà il cambio con Maurizio come centralinista: sono le due “voci amiche” della nostra Caritas. La vita di Gianluca cambia in modo radicale e improvviso nel marzo 2014 con la scomparsa, nel giro di due settimane, di entrambi i genitori. Dopo un periodo in servizio al PAC e alla Pinacoteca nazionale, tramite lo IAL gli viene proposto un periodo in Caritas. «Per me – racconta – è stato molto importante rincominciare a lavorare, riprendere i rapporti con le persone. Come io sono stato aiutato qui, a mia volta sono contento se posso aiutare altre persone. Grazie al mio impiego qui al centralino – prosegue -, ho capito che a molte persone che chiamano spesso basta una voce gentile, il sentirsi ascoltate e accolte. Si sono instaurati – pur “a distanza” – anche dei rapporti, ormai molte persone mi conoscono, mi riconoscono».

 

Maurizio, l’altro centralinista: «aiuto come posso, qui è una grande famiglia»

Maurizio in Caritas, invece, è arrivato nell’ottobre del 2021, dopo tre anni come centralinista all’ASP. 65 anni, ha una disabilità che dal 2014 gli impedisce di compiere molti lavori, lui che era un artigiano. «Mi piace stare al centralino – ci racconta -, le persone che chiamano ormai mi conoscono. A volte capita che qualcuno, bisognoso, chiami ma abbia pochi soldi nel cellulare, e quindi lo richiamo io». Anche con gli operatori e i volontari, i rapporti sono ottimi: «qui è una grande famiglia, si sta benissimo. Quando c’è bisogno, io e Gianluca diamo anche una mano per preparare il materiale per i pacchi viveri o per mettere a posto i farmaci».

 

Ehis: «in futuro voglio solo pensare a lavorare»

Ehis tuttofare

Nigeriano, 36 anni, Ehis è un detenuto in affidamento. L’ultimo anno della sua pena – iniziata nell’agosto 2017 – lo trascorre qui, fino al prossimo agosto. Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 aiuta dove c’è bisogno: dà una mano in cucina, in mensa porta i piatti e pulisce i pavimenti. «La mattina mi sveglio e vado a lavorare», ci spiega: «per me è qualcosa di molto importante». Arrivato in Italia nel 2011, i primi 5 anni di carcere non era mai uscito dall’Arginone. «Con gli operatori e i volontari mi trovo bene», dice. «Finito di scontare la mia pena, voglio solo pensare a trovarmi un lavoro. Ora mi sento pulito e posso girare a testa alta, senza paura».

 

 

 

 

 

 

 

ALCUNI DATI

 

Percorsi di formazione 2022 Nazionalità Totale
Sesso Italia Marocco Nigeria Ucraina
F 4     2 6
M 3 1 1   5
Totale 7 1 1 2 11

 

Percorsi di formazione 2022 Fascia di età  

Tot.

Sesso 20-29 30-39 40-49 50-59 > 60
F 1 4 0 1 6
M  0 2 0 2 1 5
Tot. 1 6 0 3 1 11

 

 

Percorsi di formazione 2022
Esiti
assunzione da parte di Amici della Caritas 2
continua a collaborare come volontario/a  3
intraprende un percorso di studi universitario 2
non prosegue la sua relazione con la Caritas 1
stage in corso

 

3
Totale 11

 

 

 

 

 

 

«Ah, perché la Caritas ha anche un ambulatorio?!»: un servizio fondamentale a Ferrara

Il Poliambulatorio presente dal 2015 (ma in realtà nato 30 anni fa) a Casa Betania: ecco a chi è rivolto, i racconti dei volontari e tutti i dati

 

(Per orari e contatti visita la pagina del poliambulatorio)

 

Solo nel 2022 sono stati 2311 gli accessi all’Ambulatorio Caritas di Ferrara. «Ah, perché la Caritas ha anche un ambulatorio?!»: è la domanda che tante volte ci siamo sentiti rivolgere… Ebbene sì, dal 2015 a Casa Betania in via Borgovado (ma accessibile anche dal Centro Caritas di via Brasavola) esiste un poliambulatorio che fornisce assistenza e cura ad adulti e minori per qualche motivo impossibilitati ad accedere in altro modo ai servizi Ausl.

Sì, perché il Poliambulatorio Caritas, diretto da Giancarlo Rasconi, è convenzionato con l’Azienda USL di Ferrara, che fornisce i farmaci, la sterilizzazione dei ferri chirurgici e lo smaltimento dei rifiuti. Al proprio interno attualmente vi svolgono servizio volontario ben 15 medici (di cui 14 medici in pensione), 1 ecografista (servizio a chiamata) e 2 infermiere; da alcuni giorni vi è anche un’operatrice, la mediatrice culturale e segretaria Yasmine Belabess. I 15 medici sono così suddivisi: 10 per la medicina generale, 2 per la ginecologia, 2 per la pediatria, 1 per la neurologia (altro servizio a chiamata).

UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO

Ma l’ambulatorio in realtà nasce quasi 30 anni fa, nel 1994: allora la sede era nel Centro di via Brasavola, dove ora c’è il deposito. L’idea era stata partoritA dal dott. Rasconi e dal dott. Bevilacqua, «perché – ci spiega Rasconi – negli ambulatori di medicina generale nei quali lavoravamo avevamo notato un aumento di pazienti stranieri». Da qui, il confronto con l’allora Direttore Caritas don Paolo Valenti che aveva individuato alcuni spazi possibili per insediare il servizio.

La prima fase dell’ambulatorio dura, però, solo fino al 2001, in quanto la legge 40/1998 (“Turco Napolitano”) e il successivo Testo Unico 286/1998 avevano nel frattempo istituito il Tesserino STP (Straniero Temporaneamente Presente), necessario per ottenere alcune prestazioni sanitarie urgenti o essenziali e quindi gli stranieri si rivolgevano direttamente all’AUSL. «Poi, però – prosegue Rasconi – negli anni abbiamo notato che l’idea del Tesserino STP non ha del tutto funzionato, che molti non lo possedevano, e quindi nel 2015 abbiamo deciso di riaprire l’ambulatorio, nella nuova sede qui a Casa Betania», ristrutturata due anni prima. Negli ambienti, l’arredamento e l’ecografo sono stati acquistati da Caritas tramite Bandi europei specifici per l’ambito sanitario, mentre i farmaci vengono forniti regolarmente dall’Ausl.

 

CHI FREQUENTA L’AMBULATORIO?

La quasi totalità dei pazienti del poliambulatorio sono stranieri, in ginecologia lo sono praticamente il 100% (a parte un’italiana). I nostri connazionali che si rivolgono al servizio generalmente sono ex carcerati, persone senza fissa dimora, o senza più un medico, che hanno perso il lavoro. Da sottolineare anche come l’ambulatorio di Medicina generale non conosca sosta, non interrompendo la propria attività nemmeno durante l’estate. Anche durante i lockdown degli ultimi anni è stato regolarmente aperto.

TUTTO SULLE VACCINAZIONI

E proprio in Medicina generale si è registrato negli ultimi anni un importante aumento degli accessi (tutti i dati li trovate a fondo pagina). Aumento derivante dal fatto che in tanti hanno avuto modo di conoscere il servizio recandosi in Caritas per le vaccinazioni antiCovid eseguite dall’agosto 2021 al maggio 2022. «Molte persone – ci spiega Rasconi – sono venuti a vaccinarsi qui in Caritas o perché irregolari o perché per loro era estremamente complicato accedere tramite i normali canali». Un’esperienza proficua anche a livello di ricerca: i medici Carlo Zanotti e Giorgio Ricci, volontari Caritas, assieme ad altri, hanno infatti elaborato una pubblicazione scientifica dal titolo “Esperienza di collaborazione tra Caritas e Ausl Ferrara per estendere la campagna vaccinale COVID-19 ai soggetti fragili socialmente emarginati”. Questo lavoro è stato presentato all’ultimo Congresso nazionale della SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) svoltosi a Roma lo scorso ottobre, e sarà presentato anche il 31 gennaio a Bologna in un incontro organizzato dal GrlS (Gruppi Immigrazione e Salute) dell’Emilia Romagna.

Dal 2017 al 2019 in Caritas venivano eseguite anche le altre vaccinazioni, grazie a due infermiere Ausl. «La speranza – prosegue il Direttore – è di tornare a poterle fare, sarebbe molto importante a livello di igiene pubblica». Ciò che già ancora eseguono in Caritas sono invece le vaccinazioni anti-influenzali: i dati del 2022 parlano di 49 dosi per gli adulti e 30 per i bambini.

 

ALCUNE TESTIMONIANZE DI VOLONTARI

«Tentiamo di fare qualcosa per queste persone bisognose, che non riescono ad accedere a servizi fondamentali»: è questo ciò che ha mosso e muove ogni giorno i volontari. È una vocazione, quella del medico. E in quanto tale non si interrompe con la pensione. Medico lo si è a vita, direbbe qualcuno.

«Nei primi anni ’90 – ci racconta Liliana Pittini –, quando lavoravo come ginecologa al vecchio S. Anna, la Direzione sanitaria mi chiese di visitare donne straniere in difficoltà». Si trattava di un progetto realizzato in collaborazione con Udi e Centro Donna Giustizia: «queste mie pazienti erano vittime della tratta, costrette a prostituirsi, badanti ai tempi non ancora in regola, mogli che avevano raggiunto i mariti in Italia. Poi, ho scelto di proseguire questo particolare servizio qui in Caritas, dove visito e curo migranti economiche, donne che si sono ricongiunte col marito, poche badanti (ormai quasi tutte regolarizzate) e, ancora, donne costrette a prostituirsi». Per quest’ultime continua la collaborazione col Centro Donna Giustizia, tramite “Luna Blu”, il progetto di Unità di strada.

«Anch’io quando lavoravo in ospedale – ci racconta invece Maria Rita Govoni, pediatra -, vedevo già allora non pochi bambini con situazioni di forte disagio, italiani e non». Una volta andata in pensione, per me è stato dunque naturale continuare quel mio servizio qui in Caritas, dove curo soprattutto bambini stranieri, figli di donne ospitate qui a Casa Betania, arrivate coi corridori umanitari, o che hanno vissuto altre situazioni, ad esempio di violenza domestica».

Yasmine Belabess, invece, ci racconta del suo delicato compito, quello di fare da traduttrice per i pazienti del poliambulatorio, anche quando le ragazze di Casa Betania scelgono di fare dei colloqui con una psicologa che collabora con Caritas. Un servizio, quello del colloquio psicologico, che viene proposto a ognuno appena accolto a Casa Betania, e che poi ogni donna può scegliere di proseguire o meno, e per il tempo necessario. Per quanto riguarda, invece, il Servizio psichiatrico, Caritas ha un accordo con Ausl per la consulenza nella sede di via Ghiara.

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Guarda altre foto:

 

SEZIONE DATI E DOCUMENTI

 

I NOMI DEI VOLONTARI

 

Medici Caritas: Poggioli Angelo, Cisno Caterina, Rainieri Pier Luigi, Pulga Alberto, Bevilacqua Massimo, Rasconi Giancarlo, Ricci Giorgio, Sivieri Gian Pietro, Zanotti Carlo, Sighinolfi Davide, Pittini Liliana, Capucci Roberta, Benvenuti Chiara, Govoni Maria Rita, Caniatti Maria Luisa.

Infermiere Professionali: Mazzini Elisa, Marzola Valentina.

 

UN PO’ DI DATI E REPORT…

 

Caritas Ferrara

POLIAMBULATORIO CARITAS

anni 2016-2022, numero di accessi

2016 2017 2018 2019 2020  2021 2022
Medicina 1300 1338 1313 1377 1593  1829 1834
Pediatria 63 195 165  136 170
Ginecologia 350 356 330 324 (solo 9 mesi di attività)  175 (solo 7 mesi di attività) 307
Totale 1300 1688 1732 1902 2082  2140 2311

 

 Attività dell’Ambulatorio di medicina generale

2016 2017 2018 2019 2020 2021   2022
               
 

STP/ENI

  125 128 161 306  460  468
R. asilo   575 295 179 105  123  146
Stranieri In difficoltà   480 695 818 1023  1063  1024
Italiani In difficoltà   158 195 219 159  183  196
Totale 1300 1338 1313 1377 1593  1829  1834
 

 

 

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Vaccinazioni anti Covid-19 c/o Caritas (anno 2021/2022)

 

  da 11/08 a 31/12/21 da 01/01 a 25/05/22        
I dose 440 137        
II dose 296 231        
III dose 10 264        
TOT. 746 632        

 

 

***

 

Attività dell’Ambulatorio infermieristico

 

  2017 2018 2019  
Vaccino 1° dose 355 192 96  
Vaccino dose succ. 470 1125 284  
Mantoux 161 211 81  
Prelievi ematici 380 81 32  
Totale 1366 1605 493  

Note: Solo nel 2018 l’attività ha coperto l’intero anno solare. L’attività ripresa a novembre 2019 si è interrotta ai primi di marzo 2020 per emergenza Covid.

 

***

 

Visite neurologiche dal 26/09 al 31/12/22: 11, effettuate dalla Dott.ssa Luisa Maria Caniatti in qualità di consulente volontaria.

 

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Report Ecografie Dr. Davide Sighinolfi

 

 

ANNO

ECOGRAFIE ADDOME ECOGRAFIE TIROIDE ECOGRAFIE TESS. MOLLI ECOCARDIO – SCOPIE TOTALE
 

2022

 

39

 

19

 

13

 

5

 

76

 

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Relazione dell’attività dell’ambulatorio ostetrico-ginecologico del Poliambulatorio “Casa Betania” 2022

Roberta Capucci – Liliana Pittini

 

L’attività dell’ambulatorio si è svolta regolarmente durante tutto l’anno.

 

Attività di gruppo

 

Anche quest’anno ci sono stati incontri di gruppo effettuati nel mese di marzo e nel mese di novembre con le tematiche consuete (conoscenza del proprio corpo – fertilità- contraccezione igiene della persona- prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili). Complessivamente hanno partecipato 33 donne come da tabella

 

  DATA LINGUA PARLATA  N° partecipanti
LUNEDI’ 7 MARZO 2022 Lingua inglese PARTECIPANTI: 7
LUNEDI’ 14 MARZO Lingua francese  PARTECIPANTI: 9
MERCOLEDI’ 30 MARZO Lingua somala* PARTECIPANTI: 5
Novembre Lingua francese PARTECIPANTI: 7
Dicembre Lingua somala* PARTECIPANTI: 5

 

* Con l’ausilio della mediatrice linguistico culturale somala

Peer la prima volta abbiamo affrontato anche il tema dell’auto esame del seno insegnando la tecnica dell’autopalpazione

Attività ambulatoriale

I dati di attività specifici sono riportati di seguito e come sempre suddivisi per regioni di provenienza e motivo di accesso.

Il n° medio di accessi si attesta su 25,5/ mese.

Si nota per quanto riguarda l’Africa l’aumento delle presenze di persone provenienti da aree francofone con una riduzione percentuale delle utenti nigeriane e si conferma l’aumento delle donne provenienti dalla Somalia. Come atteso si evidenzia anche l’aumento delle donne provenienti dall’Ukraina.

Le problematiche relative alla gravidanza restano la prima motivazione d’accesso seguite dalla contraccezione.

 

Attività Ambulatorio Ginecologico 2022

dal 1/1/ 2022 Totale accessi 307

 

Per area di provenienza 

Africa 242 (Nigeria 119, Costa d’Avorio 63, Somalia 31,

Camerun 13, Tunisia 9, Sierra L. 1, Burkina

Faso 1, Guinea 4, Angola 1)

Est Europa 52 (Romania 7, Albania 5, Ukraina 32, Moldavia 4

Bulgaria 1, Macedonia 3)

Sud America 10 (Colombia 4, Brasile 6)

Asia 2 (Cina 2)

Italia 1

 

Per motivo di accesso

Gravidanza /puerperio              61 (6 richieste IVG)

Desiderio di gravidanza             16

Contraccezione                           56

Irregolarità mestruali                 33

Visita di controllo                        35 (post terapia o per controlli annessi)

Vaginiti                                          19

Algia pelvica/dismenorrea         18

Altre infezioni                               6 (di cui 4 infezioni delle vie urinarie)

Problematiche chirurgiche         9 (Prolassi, fibromatosi, controlli post op.)

Menopausa                                   /

Check list                                       51

Visita senologica                          3

 

***

 

Report attività dell’ambulatorio pediatrico nel 2022

Chiara Benvenuti – Maria Rita Govoni

 

L’attività pediatrica si avvale della collaborazione di 2pediatre volontarie. Si effettua 1 o 2 volte la settimana, in genere il lunedì e mercoledì pomeriggio, in relazione alle richieste.

L’attività comprende:

  • Visite pediatriche per bambini ospiti di Caritas affetti da patologie acute/intercorrenti/croniche
  • Controlli dell’accrescimento nei nuovi nati.
  • Richiesta di consulenze specialistiche / ricoveri ospedalieri/ approfondimenti di laboratorio, ove necessario, secondo i percorsi previsti dal SSN.
  • Prime visite di controllo per bambini/adolescenti giunti in Italia attraverso corridoi umanitari e/o migranti.
  • Visite occasionali per bambini accolti con le madri nei centri di protezione per donne oggetto di maltrattamento.
  • Colloqui con le mamme che lo richiedano per aspetti inerenti la gestione quotidiana dei bambini e/o l’educazione sanitaria più in generale.
  • Vaccinazioni antiinfluenzali annuali per i bambini (dai 6 mesi di vita) e mamme ospiti di Caritas o che comunque abbiano difficoltà all’accesso nelle strutture SSN.
  • Valutazioni cliniche /consigli da remoto (Whats App) in caso di difficoltà della madre o di eventi febbrili a rischio di contagio (Covid).
  • Esecuzione di tamponi antigenici Covid in caso di necessità.

Tutta l’attività clinica è stata effettuata con la collaborazione delle operatrici di Caritas, del mediatore culturale, quando possibile, e in accordo con i PLS di riferimento e /o gli ambulatori specialistici ospedalieri nei casi ove sia stato necessario.

 

L’attività vaccinale si è svolta con la collaborazione di 2 infermiere volontarie; i vaccini sono stati forniti dall’AUSL di Ferrara.

Tutti i referti delle visite effettuate sono stati raccolti in un database in Caritas. Ad ogni visita un referto è stato consegnato alla mamma/ genitori.

Nel 2022 sono stati seguiti 97 bambini, con un totale di 170 visite.

Le vaccinazioni antiinfluenzali, eseguite a dicembre 2022, hanno interessato 49 bambini.

Le pediatre hanno anche partecipato attivamente all’attività vaccinale anti Covid, che si è svolta in Caritas, in accordo con l’Ausl di Ferrara.