Anno di Volontariato Sociale per studenti UniFe, invio domande entro il 15 settembre

La Caritas di Ferrara cerca nuovi universitari che desiderino impegnarsi come volontari. C’è la possibilità di inviare la domanda di partecipazione entro il 15 settembre. Inizio servizio previsto per il 1° ottobre

La Caritas di Ferrara propone agli studenti e alle studentesse iscritte all’Università degli Studi di Ferrara l’Anno di Volontariato Sociale (AVS), 12 mesi dedicati al servizio delle persone bisognose, per vivere un’esperienza di crescita e discernimento personale, partecipazione sociale, condivisione.

 

DI COSA SI TRATTA

Pensato insieme al Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e alla Migrantes diocesana, l’Anno di Volontariato Sociale è rivolto a studenti o studentesse italiani/e o stranieri/e di età compresa fra i 18 e i 25 anni, iscritti a UniFe, in corso o fuori corso al massimo di due anni.

L’impegno richiesto è di 12 mesi, con 15 ore di servizio settimanali dedicate all’assistenza di persone senza fissa dimora, famiglie indigenti, profughi, detenuti, donne e minori in condizione di disagio sociale.

Il programma delle attività sarà concordato con i giovani in base alle loro disponibilità, in modo flessibile.

L’esperienza di servizio sarà accompagnata e sostenuta da momenti di formazione e condivisione, per aiutare i giovani impegnati nell’AVS a comprendere le problematiche sociali con cui si confronteranno, analizzare le difficoltà, programmare le attività, riflettere sul valore del servizio per sé stessi e per gli altri.

I giovani saranno inoltre invitati a partecipazione a eventi e iniziative di animazione sociale promossi dalla Caritas, per rendere testimonianza del loro impegno e promuovere la solidarietà sociale.

A beneficio dei giovani impegnati nell’AVS è prevista l’erogazione di una borsa di studio, a titolo di rimborso delle spese sostenute nell’arco dell’anno per il proprio mantenimento agli studi: tasse universitarie, acquisto dei libri, viaggi e trasporti, alloggio.

Per aderire all’AVS è sufficiente compilare questo modulo dove indicare nome, cognome, mail e altre informazioni personali essenziali. I giovani interessati saranno ricontattati da un referente della Caritas per un colloquio. I giovani che manifesteranno il proprio interesse entro il prossimo 15 settembre, potranno iniziare l’AVS il prossimo 1° ottobre.

 

L’ESPERIENZA DEL PASSATO: IL SERVIZIO CIVILE

Dai tempi dell’obiezione di coscienza fino al 2021, la Caritas di Ferrara ha accolto ogni anno numerosi giovani, ragazze e ragazzi, italiani e stranieri, grazie ai progetti di Servizio Civile Nazionale, Regionale ed Europeo di cui si è fatta promotrice. Un’esperienza di oltre vent’anni che ha stabilito un legame costante e tuttavia sempre nuovo tra la Caritas e i giovani, fondato sul valore educativo della Carità.

Col passare degli anni, però, l’impegno richiesto agli enti accreditati per il Servizio civile si è sovracaricato di aspetti burocratici e formali che, sebbene finalizzati a sostenere la qualità della proposta, l’hanno di fatto irrigidita, compromettendone l’autenticità. E forse anche a causa di questa eccessiva complessità che si registra tra i giovani un crescente disinteresse al Servizio Civile in modo particolare nel settore dell’assistenza sociale, proprio quello in cui si collocano storicamente i progetti della Caritas. Da queste valutazioni è maturata la decisione della Caritas di Ferrara di non partecipare agli ultimi Bandi di Servizio Civile, per sperimentare invece proposte alternative, svincolate dalle logiche progettuali, più semplici, più flessibili, e più immediate, legate cioè all’esperienza quotidiana di relazione e servizio alle persone bisognose, nei contesti “ordinari” dell’attività Caritas: la mensa per i poveri, il guardaroba sociale per le persone senza fissa dimora, l’affiancamento di mamme e bambini accolte presso Casa Betania…

 

UNA PROPOSTA DIFFERENTE

«Abbiamo deciso di rivedere la nostra proposta per i giovani. Cerchiamo nuove strade. Punto di partenza è questo Anno di Volontariato Sociale, che proponiamo ai giovani per la prima volta», ci spiega Michele Luciani, già referente Caritas per il Servizio civile. «Rispetto al Servizio Civile, è più snello – 15 ore settimanali invece di 25 – e più flessibile, perché gli orari e le attività di servizio verranno concordati con i ragazzi e le ragazze coinvolte, in base ai loro altri impegni, soprattutto lo studio, e alle loro attitudini. E si potranno modificare e rivedere strada facendo. Continuiamo a chiedere tuttavia un anno di impegno, perché crediamo che un’esperienza di servizio abbia bisogno di un tempo congruo per essere pienamente compresa e assorbita dai giovani».

Si tratta di «un’esperienza di servizio che valorizza il rapporto diretto con le persone bisognose e la relazione con gli altri volontari. Anche la formazione che proporremo non ha nulla di teorico, ma coinvolgerà direttamente i giovani. Negli incontri curati dalla Pastorale Giovanile e dalla Migrantes diocesana chiederemo ai giovani di condividere le esperienze che stanno vivendo, i dubbi, le emozioni, le critiche, le proposte; per rileggerle insieme e trovare insieme risposte di valore, nuove domande, significati… Un’avventura nella quale invitiamo i giovani a lasciarsi coinvolgere e a coinvolgerci. Per il primo anno ci rivolgiamo in modo particolare agli studenti universitari di Ferrara, che sono sempre stati tra i principali protagonisti anche dei nostri progetti di Servizio Civile. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato tra loro tante situazioni di difficoltà e disagio, legate all’impoverimento delle famiglie e all’isolamento dei giovani. Per questo associamo alla proposta dell’AVS il benefit della borsa di studio, in modo che essa sia realmente accessibili a tutti».

La facciata dell'edificio

Un’esperienza di vita comunitaria: il nuovo studentato Caritas

Dopo l’estate, alcuni studenti e studentesse dell’Anno di Volontariato Sociale vivranno nel nostro stabile di viale Po, che già accoglie alcune donne con i propri figli minori

L’Anno di Volontariato Sociale, partito da poco più di un mese, rappresenta un’esperienza umana e formativa particolarmente importante, che non può non coinvolgere nel profondo chi lo sta vivendo. Nei prossimi mesi, Caritas Ferrara darà ad alcuni studenti e studentesse volontarie anche l’opportunità di poter vivere in uno studentato in viale Po, nello stesso edificio dove Caritas già accoglie alcune donne con i loro bambini.

Dopo l’estate, infatti, inizierà il proprio Anno di Volontariato Sociale un secondo gruppo di giovani: ad alcuni di loro sarà data la possibilità di poter usufruire di uno degli alloggi al secondo piano dello stabile in viale Po, 6, potendo così fare un’esperienza di convivenza. Inoltre, un piccolo appartamento nello stesso piano dell’edificio, verrà usato per accogliere una persona bisognosa, rafforzando così l’idea di vita comunitaria alla base del progetto.

Un’idea, questa, pensata dalla nostra Caritas anche come risposta alla crisi degli alloggi e in seguito alle numerose richieste di studentesse e studenti italiani e stranieri di una stanza o di un appartamento per i loro anni da universitari nella nostra città. Tre delle borse di studio per ragazze e ragazzi che vivranno in viale Po, sono state finanziate dalla Fondazione “Opera don Cipriano Canonici Mattei”.

Com’è organizzato l’edificio di viale Po
Lo stabile è stato lasciato in eredità nel 2016 da un privato cittadino. Il progetto di accoglienza di donne e minori (avviato nel 2017) e degli studenti viene portato avanti con i finanziamenti dell’8xmille alla Chiesa Cattolica.

Sono cinque gli ambienti al secondo piano che saranno affidati alle studentesse e agli studenti volontari: cucina, due camere da letto, ripostiglio e soggiorno (oltre al bagno e a un terrazzino). Attualmente, sono in corso i lavori di rifacimento dei muri, degli impianti elettrico e idraulico e dei pavimenti. Sullo stesso pianerottolo, come detto, un piccolo appartamento (camera da letto, bagno e cucina) sarà offerto a una persona bisognosa.

Al primo piano, invece, vivono in un grande appartamento donne con minori accolti, mentre al piano terra (al civico 8) attualmente una volta alla settimana viene svolto un corso per massaggio infantile dedicato proprio alle madri accolte con figli di massimo 1 anno di vita, tenuto da due massaggiatrici volontarie. Un progetto importante in quanto la relazione madre-bambino avviene, nei primi mesi, principalmente attraverso il contatto fisico.

In questo centro diurno prossimamente verranno svolte anche altre attività paramediche (dedicate ad esempio all’alimentazione infantile e alla psicologia infantile), integrate con l’ambulatorio medico presente a Casa Betania. In questi ambienti, fino a prima della pandemia Covid si svolgeva un corso di italiano, uno di alfabetizzazione digitale, e attività di libera aggregazione per le donne e i bambini lì accolti.

Miriam

Studenti in Caritas / 3. Miriam e le storie delle persone accolte

Sono una decina i giovani studenti universitari che il mese scorso hanno iniziato l’Anno di Volontariato Sociale nella nostra Caritas. Dopo Sergino, Flo, Sarah e Kelly, conosciamo una ragazza italiana.

Miriam è iscritta al terzo anno di Chimica. Originaria di San Marco in Lamis, nel foggiano, sta imparando ad amare la nostra città. «Ho già svolto due mesi di volontariato a Sonika, in quanto amo la musica e suono la batteria, e recentemente ho partecipato al progetto “Ci sto? Affare fatica!”, dove ho svolto il ruolo di tutor per adolescenti nell’aiutarli a ripulire Parco Massari e a pitturare l’asilo di Porotto». E ora questa esperienza in Caritas. «Ho scelto di fare volontariato per dare un senso ulteriore a questi miei anni universitari, svolgendo azioni positive per gli altri. Attualmente sono impegnata in ufficio per le pratiche riguardanti le donne e i minori che Caritas ospita. Mi piace – continua – immaginare le storie, le vite di questi giovani e dei loro figli quando li incontro al momento del ritiro dei pocket money per la spesa. Ho imparato il linguaggio della burocrazia, prima ad esempio non avevo mai visto un permesso di soggiorno. In ogni caso, la chiave di questo ruolo è il saper ascoltare».

Nell’incontro formativo del 30 giugno scorso, svoltosi a S. Maria in Vado, i giovani presenti sono stati divisi per coppie: ad ognuno di loro è stato chiesto anche di realizzare un simbolo che lo rappresenti: «io ho disegnato una molecola della serotonina», il cosiddetto “ormone del buonumore”: «per fare un servizio come questo in Caritas, ne ho tanto bisogno. E cerco sempre di ricordarmi che ho a che fare con persone, non con numeri».

Sarah e Kelly

Studenti in Caritas / 2. Sarah e Kelly in servizio nell’Ambulatorio

Proseguiamo con le testimonianze dei giovani studenti universitari che un mese fa hanno iniziato l’Anno di Volontariato Sociale nella nostra Caritas. Dopo Sergino e Flo, conosciamo altre due ragazze africane.

Sarah è un’altra giovane universitaria impegnata nell’Anno di Volontariato Sociale. Originaria del Togo, è iscritta al quinto anno di Medicina. In Caritas, quindi, non poteva non essere impegnata nel poliambulatorio di Casa Betania. «Prendo gli appuntamenti, faccio da mediatrice culturale e molto altro. Provenendo anch’io dall’Africa, mi fa ancora più male vedere tanti africani bisognosi rivolgersi alla Caritas». Anche per sé stessa, Sarah sogna un futuro diverso: sempre al servizio degli altri ma in giro per il mondo.

Kelly, invece, è originaria del Camerun e affianca Sarah per le pratiche nel poliambulatorio. Iscritta al secondo anno di Economia aziendale, ha trascorso le primissime settimane di Volontariato negli ambienti attigui per seguire il corso di italiano.

Alcuni dei giovani volontari durante l'incontro formativo con don Paolo Bovina

Studenti in Caritas / 1. Al via l’Anno di Volontariato Sociale. Le storie di Sergino e Flo

Circa un mese fa ha preso avvio l’Anno di Volontariato Sociale (AVS), pensato dalla nostra Caritas diocesana assieme al Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e alla Migrantes diocesana.

Protagonisti della nuova avventura sono, per ora, 10 tra ragazze e ragazzi iscritti all’Università degli Studi di Ferrara e sotto i 25 anni di età.

I 10 giovani sono impegnati ognuno 15 ore alla settimana nei vari servizi della nostra Caritas. L’Anno prevede anche momenti di formazione e condivisione mensili, per aiutare i giovani a comprendere le problematiche sociali con cui si confronteranno, analizzare le difficoltà, programmare le attività, riflettere sul valore del servizio per sé stessi e per gli altri. Il primo incontro si è svolto lo scorso 30 giugno nella parrocchia della vicina Santa Maria in Vado, ed è stato guidato dal vice parroco e co-responsabile della Pastorale Giovanile, don Paolo Bovina.

Ricordiamo che ai giovani impegnati nell’AVS è prevista l’erogazione di una borsa di studio, a titolo di rimborso delle spese sostenute nell’arco dell’anno per il proprio mantenimento agli studi: tasse universitarie, acquisto dei libri, viaggi e trasporti, alloggio.

Non ci sono limiti di tempo per aderire all’AVS. È sufficiente inviare una mail a avs@caritasfe.it manifestando il proprio interesse e indicando: nome, cognome, numero di telefono. I giovani interessati saranno ricontattati da un referente della Caritas per un colloquio.

Iniziamo ora a conoscere meglio i nostri giovani volontari. Partiamo con due ragazzi originari del Togo.

 

Sergino è iscritto al 1° anno della Facoltà di Scienze Motorie. «Da qualche anno sono volontario della Croce Rossa Italiana – ci racconta -, e ora ho scelto di provare questa nuova esperienza. Con la CRI venivo qui nella sede Caritas di via Brasavola per ritirare i beni materiali da distribuire, ma vivere quest’ambiente dal di dentro è davvero tutta un’altra cosa…». Sergino è impegnato per cinque mattine alla settimana nella raccolta dei beni alimentari col furgone e nello scarico delle merci in magazzino.

Flo, invece, è iscritto al 3° anno della Facoltà di Architettura, vivo a Ferrara da tre anni. «Gli anni scorsi – ci spiega – sono stato volontario per la Caritas di Pontegradella. All’inizio anch’io ho chiesto aiuto alla Caritas di Pontegradella, con la quale sono venuto in contatto tramite un conoscente. Poi, ho deciso di dare una mano a mia volta, distribuendo i pacchi viveri alle famiglie bisognose. Inoltre, ho fatto il volontario per la Colletta Alimentare e per la Giornata di Raccolta del Farmaco, e nel 2021 ho lavorato anche come magazziniere Amazon». Ora, la nuova emozionante esperienza in via Brasavola, dove Flo è attualmente impegnato nel poliambulatorio, dove assiste i medici prendendo gli appuntamenti, sistemando le cartelle dei pazienti e facendo da mediatore culturale con alcuni di loro. «Qui è un ambiente tranquillo, mi trovo bene anche con gli operatori. Di carattere, poi, sono socievole e questo mi aiuta molto. In generale, sto vivendo un’esperienza umana davvero importante».

È morto Paolo Fioravanti, storico volontario Caritas

I volontari, le volontarie, gli operatori e le operatrici della Caritas di Ferrara ricordano con commozione l’amico Paolo Fioravanti, recentemente scomparso.

Ai fornelli della mensa Caritas di via Brasavola, per oltre 10 anni Paolo si è impegnato nel servizio alle persone bisognose, rendendo con la costanza e l’assiduità del suo servizio una umile concreta e gustosa testimonianza di Carità.

Rivolgiamo un pensiero affettuoso alla moglie Rita e alle figlie, unendoci nella preghiera al loro dolore.

Caritas diocesana

I quattro detenuti a S. Giacomo assieme a Michele Luciani

“FuoRiUscire”, libertà da condividere: il progetto Caritas per i detenuti

8xmille alla Chiesa Cattolica, una firma che fa bene: il progetto Caritas per detenuti a San Giacomo in via Arginone a Ferrara

di Andrea Musacci

Scontare gli ultimi mesi della pena fuori dal carcere. Una possibilità prevista dal nostro ordinamento e a Ferrara resa possibile grazie al progetto “FuoRiUscire”, iniziativa promossa dalla Caritas diocesana grazie ai fondi dell’8xmille, finalizzata al reinserimento sociale di detenuti che possono beneficiare di misure alternative alla detenzione, con residuo di pena inferiore ai due anni. 

Attualmente sono quattro i detenuti accolti nel Centro San Giacomo di via Arginone (e altri due sono stati accolti in precedenza): Ehis, Nabil, Yahya e Massimiliano. L’appartamento dove vivono fa parte dell’ex complesso parrocchiale, riconvertito dopo la costruzione, poche decine di metri più in là, del Nuovo Complesso San Giacomo Ap. (UP San Giacomo Ap.-Cassana-Mizzana).

PROGETTO NATO IN CARCERE

Il progetto “FuoRiUscire” nasce dalla collaborazione tra Caritas diocesana, Migrantes e i servizi educativi della Casa Circondariale di Ferrara avviata a giugno del 2021 per il sostentamento dei detenuti indigenti: un gruppo di 13 volontari della Caritas gestisce infatti, sempre grazie ai fondi dell’8xmille, all’interno del carcere un piccolo emporio per la distribuzione di indumenti, prodotti per l’igiene personale, alimenti (caffè, zucchero, biscotti, cioccolata). Dall’incontro con i detenuti e con le educatrici del carcere era emersa anche la difficoltà di attivare misure alternative (affidamento in prova, semi-libertà, domiciliari) perché molti detenuti, che pure ne potrebbero beneficiare, non hanno punti di riferimento all’esterno del carcere. Rispetto alla condizione dei detenuti indigenti, soprattutto stranieri, si era registrata una difficoltà ad intraprendere azioni positive tese al reinserimento sociale. Difficoltà linguistiche, differenze culturali, e la generale mancanza di punti di riferimento stabili nell’ambiente esterno pregiudicano, infatti, l’attuazione di programmi rieducativi e alimentano condizioni di disadattamento. I quattro detenuti attualmente a San Giacomo erano stati segnalati dalle educatrici del carcere per la loro buona condotta, e perché, durante la detenzione, avevano frequentavano la scuola e scelto di lavorare in cucina e come scopini.

Così, da luglio 2022 sono stati accolti i primi di loro, per i quali viene predisposto un percorso di reinserimento sociale che prevede il loro coinvolgimento nelle attività di volontariato e l’attivazione di tirocini (attualmente, per tre di loro) di 25 ore settimanali. Per quanto riguarda i tirocini lavorativi, il progetto prevede anche la collaborazione con IAL Emilia-Romagna.

I quattro detenuti a S. Giacomo sono ora impegnati nel Centro Caritas di via Brasavola (e in altri immobili gestiti da Caritas per l’accoglienza) nell’ambito della cucina, della gestione dello scarico merci e del magazzino, o per ogni altro lavoretto utile. Nel loro appartamento in via Arginone (al piano terra due camere da letto e cucina, al piano rialzato il bagno) si autogestiscono dividendosi i compiti. Nel retro, hanno anche allestito e curato un piccolo angolo relax con divanetti, fiori e piante. Un’ottima “palestra” di socialità, dunque, attraverso la condivisone della quotidianità domestica.

L’EMPORIO IN CARCERE

Come accennato, dal 2021 un gruppo di volontari e volontarie presta servizio all’interno della Casa Circondariale di Ferrara, dove la Caritas gestisce un piccolo emporio (aperto due volte la settimana) per la distribuzione di generi di prima necessità ai detenuti indigenti. Nel 2022 ha prestato assistenza a 273 detenuti (44% italiani, 66% stranieri) su un totale di 360.

«Il grosso del bisogno è ancora dentro il carcere: bisogna creare più contatti con l’esterno», ci spiega Michele Luciani, operatore Caritas di Ferrara che, quotidianamente, si reca nella struttura di San Giacomo. D’altra parte, anche i numeri parlano chiaro: secondo il 19° rapporto dell’associazione “Antigone”, nel nostro carcere cittadino si sono contati 79,6 episodi di autolesionismo ogni 100 detenuti. Caritas, inoltre, aiuta le famiglie dei detenuti in difficoltà se vi è richiesta da parte degli stessi carcerati. «Ci siamo resi disponibili ad accogliere persone in semilibertà (il giorno possono uscire per lavorare, ndr), ma per ora le nostre proposte non sono state accolte», prosegue Luciani. Chi vuole aiutare i detenuti – è l’appello di Caritas – ha varie possibilità: offrire loro lavoro (con l’affidamento in prova); ospitare coloro che possono usufruire delle misure alternative, offrendo appartamenti sfitti; fare una donazione in denaro (https://www.caritasfe.it/come-contribuire/), specificando nella causale “Aiuto carcere”; donare abbigliamento “comodo”, come tute e scarpe da ginnastica.

GLI ALTRI AMBIENTI A SAN GIACOMO APOSTOLO

Nel 2018 la comunità di San Giacomo e l’intera Arcidiocesi parteciparono alla posa della prima Pietra della nuova chiesa: fu la tappa fondamentale di un percorso iniziato nel 2011, quando la nostra Chiesa locale venne scelta per la progettazione di un complesso parrocchiale grazie a un concorso nazionale CEI. La Dedicazione del nuovo luogo di culto è avvenuta il 16 ottobre 2021.

Nell’ex complesso parrocchiale, oltre all’appartamento per i detenuti, è presente la scuola d’infanzia gestita dalla coop. “Il Germoglio”, un mercatino parrocchiale e altri appartamenti che dall’anno scorso ospitano alcuni nuclei familiari di profughi ucraini, attualmente quattro (due sorelle, due mamme ognuna con un figlio, una donna con la madre anziana e il nipote). Il progetto di accoglienza dei detenuti verrà comunque riportato alla sua modulazione iniziale al termine dell’emergenza Ucraina. Infine, l’ex chiesa e alcuni ambienti della parrocchia di San Giacomo Apostolo, da novembre del 2021 sono diventate il luogo di culto e la parrocchia della Comunità Ortodossa Russa dell’Icona della Madre di Dio di Kazan, guidata da padre Igor Onufrienko. Prima del sisma del 2012, le funzioni la comunità le celebrava nella chiesa di S. Stefano e poi a S. Francesca Romana.

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Nabil, marocchino, vive a S. Giacomo da luglio ’22. La sua pena, di 11 anni, finirà a luglio ’23. Massimiliano e Yahya (pakistano) abitano qui da fine ’22 e sono entrati in carcere nel ’19. La pena del primo finirà a luglio ’24, quella del secondo a novembre. Ehis, nigeriano, è in carcere dal ’17 e abiterà a S. Giacomo per un anno, fino al prossimo agosto.

 

Articolo pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 16 giugno 2023

Emergenza alluvione, in tanti si sono offerti come volontari. Meglio non partire di propria iniziativa

Al momento, come Caritas, non vi è più necessità di volontari dal nostro territorio per le zone alluvionate della Romagna: sono, infatti, tante le richieste di partire giunteci in questi giorni, in seguito all’avviso pubblicato sabato.

Il Direttore Paolo Falaguasta, a nome di Caritas Ferrara, ringrazia di cuore tutti coloro che hanno mostrato la forte volontà di soccorrere i fratelli e le sorelle che vivono questa difficile emergenza.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, se dalle Caritas delle zone colpite arriveranno richieste specifiche di volontari, ricontatteremo le persone che si sono offerte, valutando di ognuna le competenze più adatte a seconda delle singole situazioni.

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Inoltre, Caritas Ferrara sconsiglia fortemente di partire di propria iniziativa per aiutare come volontari per i luoghi alluvionati. Chi intendesse farlo, è opportuno contatti uno degli enti o associazioni coinvolte nella gestione e organizzazione degli aiuti in loco (ad esempio, Protezione Civile, Croce Rossa).

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  • Per chi vuole fare donazioni in denaro, questi i riferimenti:

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella  causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

  • Caritas Ferrara NON provvede alla raccolta di beni di prima necessità (alimenti, vestiti) per le popolazioni alluvionate, e suggerisce di NON organizzare raccolte improvvisate.
  • Per donare alimenti e vestiti, consiglia di contattare i Comuni direttamente coinvolti nell’emergenza.
  • È possibile aiutare anche tramite l’Emporio Solidale di Argenta, che ha attivato una raccolta fondi per l’acquisto di beni di prima necessità da utilizzare per l’accoglienza dei cittadini di Campotto, Conselice e Lavezzola ospiti nelle strutture argentano: IBAN IT89L0501802400000011179553. Causale: Emergenza Alluvione

(Foto ANSA/SIR)

Alluvione in Emilia-Romagna, ecco come aiutare: donazioni in denaro, volontari per spalare, donazione pale, carriole e stivali di gomma

La Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio su indicazione delle Caritas diocesane regionali e in coordinamento con Caritas Italiana, fornisce le seguenti informazioni per aiutare le popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dalle recenti alluvioni:

 

  • Per chi vuole fare donazioni in denaro, questi i riferimenti:

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella  causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

 

  • Per chi vuole offrirsi come volontario: inviare una mail a  info@caritasfe.it dando la propria disponibilità per le operazioni di rimozione di fango e detriti. Caritas Ferrara indicherà i nominativi dei volontari alle Caritas dei territori colpiti organizzando le trasferte. Caritas Ferrara sconsiglia di partire di propria iniziativa per i luoghi alluvionati.

 

  • Chi vuole, può donare pale, badili, carriole, stivali di gomma per spalare il fango per la primissima emergenza, portandoli lunedì 22 maggio dalle ore 9 alle ore 17 nella sede di Caritas Ferrara in via Brasavola, 19. Il materiale donato non verrà restituito.

 

  • Caritas Ferrara NON provvede alla raccolta di beni di prima necessità (alimenti, vestiti) per le popolazioni alluvionate, e suggerisce di NON organizzare raccolte improvvisate.

 

  • Per donare alimenti e vestiti, consiglia di contattare i Comuni direttamente coinvolti nell’emergenza.

 

  • È possibile aiutare anche tramite l’Emporio Solidale di Argenta, che ha attivato una raccolta fondi per l’acquisto di beni di prima necessità da utilizzare per l’accoglienza dei cittadini di Campotto, Conselice e Lavezzola ospiti nelle strutture argentano: IBAN IT89L0501802400000011179553. Causale: Emergenza Alluvione

 

SOS Ricerca volontari autisti per il nostro furgoncino!

La Caritas di Ferrara cerca urgentemente volontari per il servizio di autista per guidare uno dei due furgoni (un FIAT Doblò) impegnati nella raccolta quotidiana di beni alimentari per la mensa e la distribuzione viveri.

Il furgoncino è impegnato dal lunedì al venerdì indicativamente dalle 9 alle 11 e dalle 13.30 alle 15.

Per informazioni:

Telefono:  388 9706494

Mail: info@caritasfe.it